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Manuel Bortuzzo, i suoi aggressori si difendono: “Non abbiamo sparato per uccidere”

“Non volevano uccidere, non c’è stata alcuna premeditazione”, la tesi difensiva degli avvocati di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, responsabili dell’aggressione in cui è rimasto ferito Manuel Bortuzzo.
A cura di Enrico Tata
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Manuel Bortuzzo e i due aggressori, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano
Manuel Bortuzzo e i due aggressori, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano

Non spararono per uccidere e non c'è stata nessuna premeditazione. Questa la difesa di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, responsabili dell'aggressione in cui è rimasto ferito e paralizzato Manuel Bortuzzo. Secondo gli avvocati dei due ragazzi di Acilia, Alessandro De Federicis e Giulia Cassaro, "la ricostruzione della dinamica dei fatti dimostra che i tre colpi di pistola non vennero sparati con l'intenzione di uccidere. Abbiamo chiesto al giudice di riconoscere le attenuanti generiche". Il gup Daniela Caramico D'Auria pronuncerà la sentenza il prossimo 9 ottobre. Per Bazzano e Marinelli i pm della procura di Roma hanno chiesto una condanna a venti anni di carcere per duplice tentato omicidio premeditato, aggravato da abietti e futili motivi, nei confronti del 19enne nuotare Manuel Bortuzzo e della fidanzata Martina Rossi, rimasta fortunatamente illesa. I due ragazzi sono accusati anche di ricettazione, rissa e detenzione di arma da fuoco.

L'aggressione a Manuel Bortuzzo

Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2018 Manuel Bortuzzo viene colpito da un proiettile alla schiena nei pressi di un pub in piazza Eschilo, quartiere Axa di Roma. Il giovane nuotatore riporta una lesione completa del midollo e rimane paralizzato. Il 19enne si trova davanti a un distributore automatico di sigarette, a poca distanza dal locale, quando compaiono Bazzano e Marinelli a bordo di una moto e con la pistola in pugno. Il proiettile, uno dei tre che vengono sparati, colpisce Manuel, trapassa il polmone e danneggia la vertebra provocandogli, come detto, una lesione completa del midollo. I due aggressori vengono fermati il 6 febbraio, a distanza di giorni.

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