Manuel Bortuzzo, chiesti 20 anni per chi gli sparò: “Penso solo a riprendermi”
"Penso solo a riprendermi, la giustizia farà il suo corso". Sono le parole di Manuel Bortuzzo, il 20enne colpito da un proiettile durante una sparatoria nel quartiere Axa a Roma lo scorso febbraio. Il giovane, ospite del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella tenuta di Castelporziano per la chiusura dei centri estivi per persone con disabilità e anziani, ha commentato così la richiesta del pubblico ministero Elena Neri. Una condanna a venti anni di carcere nei confronti di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, con tutte le aggravanti possibili. "Devo confrontarmi con una realtà diversa e devo affrontarla con positività" ha detto il giovane con il sorriso stampato sulle labbra. Nel processo Roma Capitale si è costituita parte civile.
Chiesti 20 anni di carcere per gli aggressori di Bortuzzo
La richiesta del pm è arrivata ieri: venti anni di reclusione, la pena massima prevista per duplice tentato omicidio e lesioni gravissime per aver ferito Manuel con un colpo d'arma da fuoco, provocandogli una lesione spinale e la paralisi delle gambe. I due ragazzi saranno processati con il rito direttissimo. "Una sentenza severa per Manuel già c'è stata: la consulenza medica. Ora attendiamo una sentenza giusta anche dal giudice. Abbiamo chiesto 10 milioni di risarcimento", ha dichiarato l'avvocato Massimo Ciardullo, legale della famiglia Bortuzzo. Il padre Franco: "Quello che gli hanno fatto non ha prezzo".
Bortuzzo: "Tra dieci anni torno in piedi"
Fin dal primo momento dopo la sua ripresa in ospedale e dopo aver appreso che non avrebbe più camminato, Manuel Bortuzzo non si è lasciato scoraggiare. Nonostante l'atto vigliacco e criminale non si è mai abbattuto, anzi, ha considerato la sua condizione fisica come un nuovo punto di partenza per ricominciare a prendere in mano la propria vita. Primo step: tornare a nuotare. E lo ha fatto, dopo pochissimo tempo, rientrando di nuovo in piscina. "Tra dieci anni torno in piedi. Ho detto dieci anni. Ma ce la devo fare, ce la posso fare anche prima. Questo mio obiettivo richiede molto. Richiede tutto. In questo momento devo sfruttare tutto ciò che posso. Sono circondato a 360 gradi da fisioterapisti, e a volte mi rendo conto che è difficile lavorare sul niente. Io dopo un po’ io non sento più nulla. È uno sforzo fatto di pensiero. Devo pensare di fare questo e fai fatica a pensarlo. A volte penso ma chi me lo fa fare di stare qua a pensare e non si muove niente?".