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Mafia Capitale, spunta la ‘ndrangheta: altri due arresti

L’appalto per la pulizia del mercato Esquilino, a Roma, in cambio della protezione in Calabria alle cooperative della ‘cupola’ che si occupano dell’assistenza ai migranti: è quanto emerge dal nuovo filone di indagine dell’inchiesta ‘Mafia Capitale’.
A cura di Enrico Tata
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Spunta la ‘ndrangheta nell'inchiesta su Mafia Capitale. Al centro del nuovo filone di indagini del Ros, c'è l’appalto per la pulizia del mercato Esquilino, a Roma, offerto in cambio della protezione in Calabria alle cooperative della ‘cupola’ che si occupavano dell’assistenza ai migranti. I carabinieri hanno scoperto "interessi comuni" dell'organizzazione romana e della ‘ndrangheta: in particolare hanno documentato come, a partire dal luglio 2014, Salvatore Buzzi con l'assenso di Massimo Carminati avesse affidato la gestione dell'appalto della pulizia del mercato Esquilino a Giovanni Campennì, ritenuto "imprenditore di riferimento" della cosca Mancuso, attraverso la creazione di una Onlus denominata "Cooperativa Santo Stefano". Per questi motivi, stamattina, i carabinieri del Ros hanno arrestato due persone nell’ambito delle indagini sul “Mondo di mezzo”. Si tratta di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi per associazione di tipo mafioso. Sono accusati di aver assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla mafia romana e la ‘ndrangheta. Una terza persona, indagata a piede libero, è stata perquisita. Le indagini avrebbero dimostrato, sottolineano gli inquirenti, come gli indagati, ritenuti all’interno dell’organizzazione criminale di Massimo Carminati, abbiano agevolato il collegamento tra alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi e la cosca Mancuso di Limbadi di Vibo Valentia, egemone nel territorio vibonese.

Già nel 2009, sia Rotolo che Ruggiero, erano stati inviati in Calabria da Salvatore Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso. Secondo gli investigatori, i due arrestati avrebbero fornito uno "stabile contributo" alle attività di ‘Mafia Capitale' proprio avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con "qualificati esponenti" della ‘ndrangheta. Tutto ciò attraverso quello che viene definito "un rapporto sinallagmatico" tra le due organizzazioni mafiose che, a fronte della protezione offerta in Calabria alle cooperative controllate da ‘Mafia Capitale', ha consentito l'inserimento della cosca Mancuso, rappresentata da Giovanni Campennì, nella gestione dell'appalto pubblico a Roma.

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