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Mafia Capitale, Pignatone: “A Roma ci sono più organizzazioni mafiose”

“Roma non è Palermo, Reggio o Napoli”, dice. “È troppo grande e complessa per essere controllata da una sola organizzazione mafiosa. Vi sono più organizzazioni criminali, alcune mafiose”, ha spiegato Pignatone.
A cura di Enrico Tata
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“A Roma ci sono più organizzazioni mafiose che coesistono e evitano scontri. Questo è il modo migliore per loro di fare affari”. Mafia Capitale  “non è una associazione mafiosa tradizionale, ma la Cassazione ha confermato il metodo mafioso, ovvero la forza intimidatrice e corruttiva. La forza dell'associazione aumenta se può contare su amministratori”. Nell’udienza davanti alla commissione parlamentare antimafia il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, traccia le linee principali dell’inchiesta che ha portato alla scoperta della cupola mafiosa di Massimo Carminati e del suo braccio destro Salvatore Buzzi. “Roma non è Palermo, Reggio o Napoli", dice. "È troppo grande e complessa per essere controllata da una sola organizzazione mafiosa. Vi sono più organizzazioni criminali, alcune mafiose”, ha spiegato Pignatone. Mafia Capitale è “una piccola organizzazione” con un capo, Carminati che in questi anni è riuscita a “intessere rapporti con politici e pubblica amministrazione”.  Nella figura di Buzzi, continua Pignatone  "si cumulano sia il versante mafioso, sia l'interfacciarsi con la politica. Parlare di struttura piramidale è eccessivo. Non è Cosa Nostra o la ‘ndrangheta ma ognuno ha un proprio ruolo”.

Le differenze tra Marino e Alemanno

Il legame del gruppo Carminati-Buzzi, sempre secondo il procuratore capo, è stato diverso con le due giunte capitoline, quella guidata da Gianni Alemanno e quella di Ignazio Marino. “Con la giunta Alemanno – dice Pignatone – si registra una esplosione del fatturato delle cooperative che facevano capo a Buzzi e c'era una influenza sulle nomine di vertice delle società partecipate dal Comune".  Con la nuova amministrazione Marino i contatti delle organizzazioni criminali “a livelli alti non ci sono più ma rimane la presenza pesante di Buzzi nel mondo delle cooperative. I rapporti sono diversi ma tutto sommato Buzzi e Carminati erano tranquilli sull'esito delle elezioni: Buzzi e Carminati vantavano di avere candidati amici in entrambi gli schieramenti”, spiega il procuratore.

Mafia Capitale, "un sistema molto raffinato"

“Per tutta la durata delle indagini Buzzi e Carminati utilizzano un sistema molto raffinato, una vera e propria attività di lobbing illecita, al fine di imporre la nomina in posizioni apicali di personaggi che l'associazione ritiene ad essa vicine, dall'altro lato l'attività è finalizzata ad imporre nomine anche in negativo”, spiega ancora Pignatone.

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