Mafia Capitale, per il procuratore generale della Cassazione non ci sono dubbi: “Era mafia”
Quella di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi era a tutti gli effetti un'associazione mafiosa, "con caratteristiche che rientrano perfettamente nel paradigma normativo previsto dal 416 bis del codice penale". Mafia Capitale era in tutto e per tutto mafia, ha sottolineato il procuratore generale della Cassazione Luigi Birritteri. Nell'aula magna della Corte di Cassazione sono previsti tre giorni di dibattimenti, con tre rappresentanti della procura che svolgeranno la loro requisitoria nell'ambito del processo di terzo grado su Mafia Capitale. Nello specifico il pg Birritteri si è mostrato d'accordo con le motivazioni della sentenza dei giudici della corte d'appello che, al contrario dei giudici di primo grado, hanno emesso condanne per il reato prescritto dall'articolo 416bis del codice penale. Il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna per Salvatore Buzzi (18 anni e 4 mesi) e per Massimo Carminati (14 anni e 6 mesi). Quella dell'ex ad di Ama, Franco Panzironi, dovrebbe essere invece aggravata. Questo perché, ha spiegato il pg,"Panzironi, come risulta dall'appello non è un concorrente esterno, ma partecipe ed è la quintessenza del partecipe, senza di lui sarebbe venuto meno l'accesso all'amministrazione Alemanno".
A giudicare i 35 imputati già condannati in primo e secondo grado, saranno i magistrati della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Giorgio Fidelbo.
Il ricorso in Cassazione da parte di 32 imputati
In appello Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e altre 16 persone sono state riconosciute colpevoli di associazione mafiosa. In primo grado, invece, non era stato riconosciuto il 416bis. A presentare il ricorso in Cassazione, il terzo e ultimo grado di giudizio, sono stati 32 imputati, di cui 18 sono condannati in appello per associazione mafiosa. Ci sono Claudio Bolla, Riccardo Brugia , Claudio Caldarelli, Matteo Calvio, Roberto Lacopo e il padre Giovanni. E ancora l'ex esponente del centrodestra Luca Gramazio, l'ex ad di Ama Franco Panzironi, e poi Carlo Pucci e Fabrizio Testa, rispettivamente ex numeri uno di Ente Eur e Tecnosky.