Mafia Capitale, parla il legale di Carminati: “Vogliamo il processo a porte aperte”
“Chiedo un processo a porte aperte e mi auguro che l'attenzione della stampa verso il processo si mantenga viva. Farò di tutto perché voi della stampa siate presenti al processo di Carminati”. A parlare è Giosuè Bruno Naso, avvocato difensore di Massimo Carminati, il numero uno della cupola di “Mafia Capitale”, colui che dalle carte dell’inchiesta sul “Mondo di mezzo” sembra tessere le fila di un’organizzazione mafiosa estesa su tutta Roma. Un ruolo che secondo Naso, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, è stato ingigantito dall’accusa. "L'ingigantimento del processo è un dato di fatto del quale sono assolutamente convinto, emergerà quando tratteremo il processo nella sua fase dibattimentale. La ragione di questa forzatura nasce da una serie di motivi, taluni contingenti e taluni di natura culturale. C'è stata una strumentalizzazione mediatica per colpire la pubblica opinione", dice il legale di Carminati.
E sulla storia criminale del “Guercio”, del “Nero” come viene chiamato il personaggio a lui ispirato in “Romanzo Criminale”, Naso tiene a far chiarezza: "Se si va ad analizzare il certificato penale di Carminati, gli si può contestare una rapina che fece da giovane e il furto al palazzo di giustizia. Il problema è che lui non è famoso per le cose per cui è stato condannato, ma per le cose per cui è stato assolto. E' diventato famoso per il depistaggio legato alla strage di Bologna, è famoso per essere stato indicato come l'assassino di Pecorelli, ma è stato assolto per queste cose in tutti e tre i gradi di giudizio. La sua fama, per questo, risiede non in quel che ha fatto, ma in quel che non ha fatto”.
“Presto nuovi arresti”
“Arriveranno nuovi arresti, questo è quel che si dice anche nei corridoi di Palazzo di Giustizia”, rivela l’avvocato di Carminati. L’inchiesta su “Mafia Capitale” ancora non è finita e i rumors su nuovi filoni delle indagini e nuove persone coinvolte si fanno sempre più insistenti. Carminati e tutti coloro che si trovano agli arresti in seguito all’inchiesta sul “Mondo di mezzo” dovranno ora aspettare la decisione dei giudici “sul processare o meno gli imputati con rito immediato, ma per questo i tempi sono ristrettissimi. Entro la fine del mese se vogliono fare l'immediato ci deve essere l'emissione del decreto. Se invece la procura vorrà passare al vaglio dell'udienza preliminare i tempi sono più lunghi”, spiega Naso.