Mafia Capitale, ombre su Ama: “Inquinate tutte le gare d’appalto”
Ombre su tutti gli appalti di Ama, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Roma. Secondo il tribunale del Riesame, il rapporto tra l'azienda e Mafia Capitale era strettissimo: "Nell'Ama il fenomeno corruttivo ha raggiunto la massima espressione inquinando tutte le gare di appalto". Queste le parole dei giudici nelle motivazioni con cui hanno ribadito il carcere con l'aggravante mafiosa per Salvatore Buzzi e disposto i domiciliari per l'ex dg dell'Ama, Giovanni Fiscon. L'Ama "piuttosto che improntare la propria attività a criteri di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, ha intrattenuto con le cooperative di Buzzi rapporti basati sulla corruzione" si legge ancora. Le relazioni tra Buzzi e Fiscon erano fittissime, quindi. Anche se nel documento viene poi spiegato che "non è stata individuata specifica utilità conseguita da Fiscon per la sua opera in favore dell'associazione criminale se si esclude la promessa di pulizia nel proprio appartamento" e "sussistono dubbi in ordine al riconoscimento dell'aggravante della mafiosa con riferimento del quale non emergono indizi univoci in ordine alla coscienza di agevolare l'associazione".
Salvatore Buzzi, invece, rappresenterebbe "una concreta minaccia per le istituzioni". Con questa motivazione i giudici hanno respinto la richiesta di scarcerazione del braccio destro di Massimo Carminati aggiungendo che "è pericoloso per la società a tutti i livelli". Buzzi è persona pericolosa: la sua capacità di infiltrazione nel settore politico-imprenditoriale-economico attraverso la complicità di Carminati, del quale sfrutta la pregressa fama criminale e utilizzando la corruzione dei pubblici funzionari, è palese e costituisce una concreta minaccia per le istituzioni".