Mafia Capitale, Marino si difende: “Io all’oscuro. Neanche il prefetto sapeva”
“Potevo non sapere? Mi sembra una domanda bizzarra da un certo punto di vista. Ma voglio rispondere”. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, si difende dal palco del convegno su “Affari, criminalità, corruzione. Cambiamo tutto”, promosso da Sel al teatro Ambra Jovinelli. Presenti, oltre al primo cittadino, il presidente di Sel Nichi Vendola, lo scrittore Giancarlo De Cataldo, l'ex presidente della commissione antimafia Francesco Forgione, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio e Lucia Annunziata.“Siamo in una città in cui un prefetto che dispone delle forze dell’ordine della città, riceve nel suo studio una persona, Salvatore Buzzi, che ora è agli arresti per il 416 bis. Ma se un prefetto, che ha a disposizione polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, non sapeva chi fosse come faceva a saperlo il sindaco? Un sindaco che tra l'altro non ha ricevuto nessuna di queste persone”. Così ha risposto il sindaco a chi lo accusa che “non poteva non sapere” in merito alla "cupola" mafiosa di Massimo Carminati, smascherata dall'inchiesta sul "Mondo di mezzo".
La Panda rossa
“Negli ultimi mesi mi interrogavo ogni mattina, insieme ai miei familiari, ma a chi stiamo dando fastidio? Non venitemi a raccontare che il sindaco che rinuncia, a differenza dei suoi predecessori, ad avere la macchina con il lampeggiante e la scorta e, se deve andare a trovare la mamma, attraversa la ztl con la Panda rossa è il problema più importante di Roma? I quotidiani e le tv nazionali hanno fatto per giorni l’apertura sulla notizia di una Panda rossa che attraversa la ztl di Roma, ma allora la notizia era e quella o ciò che abbiamo letto nelle intercettazioni per cui “Se eleggono Marino gli affari sono finiti?" Ebbene, gli affari per quella gente sono finiti e nella nostra amministrazione posto per quelle persone non ce n’è! Io sono alla guida di un’amministrazione che questa città la sta cambiando", ha concluso il sindaco di Roma.