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Mafia Capitale, il Comune di Roma si dichiara parte offesa nel processo

ll sindaco di Roma, Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale ha firmato oggi l’atto con cui formalizza alla Procura della Repubblica di Roma la “costituzione dell’amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri”.
A cura di Enrico Tata
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Roma si costituisce parte civile nel processo in merito all'inchiesta sul “Mondo di mezzo” costruito dalla mafia romana di Massimo Carminati. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale ha firmato oggi l’atto con cui formalizza alla Procura della Repubblica di Roma la “costituzione dell’amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri”. L’atto precisa che la posizione di Roma Capitale è operata anche “in vista della futura costituzione di parte civile dell’amministrazione nel processo penale”, per ottenere il risarcimento dei “danni morali e materiali conseguenti ai reati per cui si procede, che vedono il Comune quale parte offesa e danneggiata”. Nelle sei pagine, firmate dal sindaco Marino, vengono spiegati i motivi della scelta dell'amministrazione capitolina. A cominciare dal reato contestato agli indagati, il 416 bis del codice penale, cioè quello di associazione di tipo mafioso, che impedisce al Comune “di esprimere la sua forza culturale, di coesione, di legalità, in sintesi la sua funzione”. Secondo l'amministrazione un grave danno perchè si può parlare di “incompatibilità ontologica nella coesistenza tra Comune e associazione mafiosa, per come descritta nella norma del Codice penale e per come sta emergendo dal processo che ci occupa”.

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