Mafia Capitale, chiesta l’archiviazione dell’accusa di mafia per Gianni Alemanno

La procura di Roma ha chiesto al gip l'archiviazione dell'accusa di associazione per l'associazione a delinquere di stampo mafioso per l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale. A rivelarlo è stato il procuratore Paolo Ielo nel corso dell'udienza per corruzione a Marco Milanese, collaboratore all'epoca dell'ex ministro Giulio Tremonti, in cui era prevista l'audizione dell'ex primo cittadino di Roma. Alemanno si è avvalso della facoltà di non rispondere.  "Fino a quando il gip non deciderà su questa richiesta di archiviazione non parlerò, perché questo non è il mio processo", ha dichiarato l'ex sindaco.

"Tolto un macigno dalla mia vita"

"Se anche la Procura, con grande onesta' intellettuale, chiede l'archiviazione dell'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, è la rimozione di un macigno che ha gravato per due anni sulla mia vita", ha proseguito Alemanno.

In seguito all'inchiesta sul Mondo di mezzo, Alemanno è sotto processo con le accuse di corruzione e finanziamento illecito. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Alemanno avrebbe ricevuto 125mila euro, tra il 2012 e il 2014, da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati per compiere atti, sostiene l'accusa, contrari ai doveri del suo ufficio. I soldi sarebbero stati versati dal ras delle cooperative e dall'ex Nar sul conto corrente della fondazione Nuova Italia, guidata proprio da Gianni Alemanno. Il denaro sarebbe stato consegnato attraverso Franco Panzironi, ex amministratore delegato dell'Ama. In particolare 75mila euro figuravano come rimborso per cene elettorali, mentre 40 mila euro come finanziamento alla fondazione e 10mila euro sarebbero stati consegnati in contanti.