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Mafia Capitale, parla Buzzi: “I politici romani? Sono famelici”

Nei primi interrogatori nell’inchiesta Mafia Capitale, di cui La7 ha diffuso in esclusiva alcuni stralci, il braccio destro di Carminati comincia a tracciare i contorni del torbido intreccio corruttivo tra politica, imprenditoria e criminalità: “Il Pd? mai pagato così tanto”.
A cura di An. Mar.
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Sono cinque gli interrogatori sostenuti in carcere da Salvatore Buzzi, il braccio destro di Massimo Carminati, arrestato insieme all'ex esponente della Banda della Magliana nell'ambito inchiesta Mafia Capitale, che ha smantellato il sistema corruttivo attraverso il quale venivano affidati gli appalti pubblici del Comune di Roma e che coinvolge imprenditori e politici della scena capitolina. Proprio questi ultimi – negli stralci degli interrogatori diffusi in esclusiva dal Tg di La7 – sono descritti da Buzzi come "famelici". Si tratta delle prime dichiarazioni che gettano luce sulla vicenda che ha fatto tremare alle fondamenta la politica e la pubblica amministrazione di Roma. "Famelico e vendicativo" secondo Buzzi è anche l’ex amministratore delegato della municipalizzata Ama, Franco Pansironi. “Ci fece togliere l’appalto sui cimiteri che avevamo già vinto – racconta ai giudici – lui raccoglieva anche per la fondazione Nuova Italia di Alemanno".  L'ex fedelissimo di Carminati non risparmia neanche il Pd e ammette: "Mai pagato così tanto prima d’ora”. "Sempre finanziato volontariamente in campagna elettorale – specifica –  ma così mai". "Il capogruppo del Pd Fabrizio Panecaldo era insistente, Nieri (l'ex vicesindaco dimissionario di Sel, ndr.) ha fatto assumere 4 persone “

Buzzi continua a parlare, seguendo forse una precisa strategia legale finalizzata ad ottenere uno sconto di pena, come aveva chiesto sin dall'inzio e vuota il sacco anche sul palazzo della provincia all’Eur. “Venne comprato da Zingaretti prima che venisse costruito” riferisce. “L’appalto per il riscaldamento fruttò una tangente da un miliardo e duecento milioni" continua Buzzi  sottolinenando che "presero soldi il capo di gabinetto Maurizio Venafro, il segretario generale Cavicchia e Peppe Cionci (l’imprenditore che raccolse i fondi per le campagne elettorali del governatore Nicola Zingaretti e del sindaco Ignazio Marino, ndr.) per Zingaretti"Ce n'è anche per l'ex presidente del consiglio comunale Coratti: "Il cda Ama è roba nostra – avrebbe detto a Buzzi – ci devi pagare”. “L’ex presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone ci ha chiesto 26 mila euro per l’appalto delle potature e 6 mila per la spiaggia” racconta ai pm. " 

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