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Mafia Capitale, altri 6 arresti: maxi truffa alla Marina militare con una nave fantasma

Facevano credere di distribuire carburante ai depositi della Marina con la nave cisterna Victory I, affondata nel 2013. In realtà il gasolio serviva per rifornire le pompe di benzina gestite dall’organizzazione di Massimo Carminati.
A cura di Enrico Tata
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Altre sei persone sono state arrestate nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale. Sarebbero responsabili di una truffa milionaria alla Marina militare, colpevoli di rifornire le pompe di benzina gestite dalla cupola mafiosa di Massimo Carminati. Facevano credere di distribuire carburante ai depositi della Marina con la nave cisterna Victory I. Ma le indagini della Guardia di Finanza hanno dimostrato che questa imbarcazione è naufragata nell'Oceano indiano più di un anno fa. Tanto che alcuni membri dell'equipaggio risultano ancora oggi dispersi. La barca non è quindi mai attraccata al deposito della Marina Militare di Augusta, provincia di Siracusa, in Sicilia. Ma proprio grazie ai falsi trasporti della nave fantasma è stata attestata la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale, del valore complessivo di oltre 7 milioni di euro. Che in realtà servivano per rifornire le pompe di benzina della cupola mafiosa romana. Per questo, sono state arrestate sei persone, tra cui tre ufficiali e sottufficiali della nostra Marina militare. L'operazione, chiamata "Ghost Ship", nave fantasma appunto, è stata effettuata dal Nucleo di polizia tributaria di Roma e coordinata dalla locale Procura della Repubblica.

Tutto ruota attorno ai contatti di Massimo Perazza, detto ‘Massimo il romanista', titolare della Centro euro servizi srl, un nome nome già emerso nelle indagini su Massimo Carminati. Gli altri finiti in carcere in custodia cautelare sonoi Lars P. Bohn, Andrea D'Aloja, Mario Leto, Sebastiano Distefano e Salvatore Mazzone. L'ordinanza ha disposto anche perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di tutti i dieci indagati. Il Tribunale di Roma stabilito il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l'Erario di 7.401.248,36 di euro, delle risorse finanziarie e dei beni delle persone fisiche e delle società coinvolte.

La Marina si costituirà parte civile

Sulla vicenda, nel pomeriggio, la Marina Militare ha annunciato in una nota stampa ufficiale che "intende costituirsi parte civile contro questi pochi individui i quali, se confermate le accuse, con il loro operato danneggiano l'immagine e il prestigio di tutto il personale della Forza Armata che compie quotidianamente il proprio dovere, anche a rischio della vita, con onore ed abnegazione al servizio della Nazione. Come sempre, la Marina Militare è, e sarà, al fianco della Magistratura e delle Forze dell'ordine per sradicare la corruzione ovunque essa si annidi".

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