Mafia Capitale, Alemanno si autosospende da Fratelli d’Italia
“Cara Giorgia, ti comunico la mia irrevocabile decisione di autosospendermi da tutti gli organi del Partito, fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita”. Gianni Alemanno fa un passo indietro e lo fa con una lettera indirizzata al presidente del suo partito, Giorgia Meloni. L'ex sindaco di Roma, dopo la bufera sollevata dall'inchiesta “Mondo di mezzo” sulla mafia nella Capitale che ha coinvolto anche lui, ha deciso di lasciare, per il momento, i suoi incarichi in Fratelli d'Italia. “Cara Giorgia – prosegue Alemanno nella lettera – ti ringrazio per la solidarietà e la fiducia che tu e altri esponenti di vertice del partito avete espresso pubblicamente nei miei confronti. Queste dichiarazioni si uniscono ai messaggi di tantissimi militanti e semplici cittadini che mi sono stati vicini in un momento così difficile per il mio percorso politico e personale. In questo momento il mio impegno principale non può non essere quello di capire realmente la portata di questa inchiesta e di dimostrare in maniera chiara e puntuale, in tutte le sedi, la mia estraneità agli addebiti che mi vengono mossi”.
Questo il tweet di Alemanno con cui annuncia la sua scelta. Nota di colore, il tag a Fratelli d'Italia è sbagliato. Quello ufficiale del partito è @FratellidItalia, mentre quello usato dall'ex primo cittadino porta al profilo di una donna straniera. “Ti conosco e so che la lotta alla mafia e alla criminalità sono valori che fanno parte della tua visione del mondo e per questo sono certa che saprai dimostrare la tua estraneità ai fatti che oggi ti vengono attribuiti”. Così Giorgia Meloni ha risposto ad Alemanno.
Mafia capitale, le altre dimissioni
Cominciano ad arrivare le dimissioni dei politici coinvolti, a vario titolo, nella “tempesta giudiziaria perfetta” che ieri ha investito la Capitale. Il primo a lasciare l'incarico è stato l'assessore alle Politiche Abitative Daniele Ozzimo: “Pur essendo totalmente estraneo allo spaccato inquietante che emerge dagli arresti effettuati stamattina, rimetto per senso di responsabilità e serietà il mio mandato”. Poco dopo lo ha seguito il presidente del consiglio comunale di Roma Mirko Coratti. “Nel dichiararmi totalmente estraneo a quanto emerge in queste ore dalle indagini, per correttezza verso la città e verso l'amministrazione comunale ho deciso di dimettermi dall'incarico che mi onoro di servire”, così l'ex presidente dell'assemblea capitolina.
E questa mattina si è dimesso anche Eugenio Patanè: "Per rispetto e a tutela della istituzione regionale e al fine di garantire il più corretto svolgimento dei lavori della V Commissione ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da presidente della stessa". Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Pd, Eugenio Patane. "Resto sereno e fiducioso nel lavoro della magistratura nella certezza che il prosieguo dell'inchiesta proverà la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati", ha proseguito.