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Mafia Capitale, 21 milioni sottratti ai romani: la Corte dei conti chiede il risarcimento

La Corte dei conti ha chiuso l’inchiesta relativa al risarcimento da parte degli imputati in Mafia Capitale nei confronti del comune di Roma. La cifra che dovrà essere restitutita è pari quasi a 21 milioni di euro.
A cura di Valerio Barbato
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Quasi 21 milioni. Tanto è costata Mafia Capitale ai romani. La procura della Corte dei conti, grazie al lavoro dei viceprocuratori Ugo Montella e Massimiliano Minerva, ha chiuso l'inchiesta a carico di alcuni imputati nel maxiprocesso e in particolare nei confronti di alcuni ex dirigenti delle aziende municipalizzate. "La cosa pubblica – affermano i magistrati contabili – è stata completamente e costantemente deviata dal perseguimento dei fini di interesse generale e indirizzata alla a cura di interessi privati illeciti, con conseguente alterazione sia a livello politico sia a livello gestionale, dei processi decisionali". Così, 21 persone sono state citate dalla Corte dei conti per il maxi-risarcimento da 20.864.398 euro: tra questi compare l'ex presidente del consiglio comunale, Mirko Coratti, l'ex A.d. di Ama (società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti) Franzo Panzironi e l'ex componente del tavolo sull'immigrazione, Luca Odevaine.

Questi, insieme ad altri 18, avrebbero aiutato Salvatore Buzzi e Massimo Carminati ad assicurarsi gare per 90 milioni di euro: 33 per gli appalti Ama, 13.6 da Eur Spa, 8.1 dal dipartimento Ambiente e 15.4 da quello per i Servizi sociali, 600 mila euro da Ostia e 20 milioni dal dipartimento Politiche abitative. Le persone che sono state raggiunte dal provvedimento della Corte dei conti, avranno adesso 30 giorni di tempo per replicare all'accusa.

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