Mafia a Roma, arresti nel clan Fragalà: liberato un imprenditore in ostaggio
Intimidivano commercianti e imprenditori locali, estorcendogli denaro e minacciandoli. I carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno arrestato 31 persone, 28 in carcere e 3 ai domiciliari, riconducibili al clan Fragalà, di origini catanesi, e svolto perquisizioni nelle province di Roma e Catania. Nel territorio in prossimità della Capitale in particolare hanno disarticolato il gruppo mafioso nell'area metropolitana romana, nei Comuni di Ardea, Pomezia e Torvaianica. Le accuse sono per associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale.
Formula di affiliazione del clan Fragalà
Dal video ricevuto dalle forze dell'ordine si vede chiaramente una persona intenta a cospargere di benzina l'ingresso di un negozio, per poi dargli fuoco. A immortalare le immagini sono state le videocamere di sorveglianza che hanno ripreso il gesto. Altre riprese mostrano l'arresto di una persona trovata in possesso di un fucile. Inoltre, è stata trovata una formula manoscritta di affiliazione mafiosa. "Sette cavalieri di mafia si riunirono nel 1973 per un giuramento a sangue, lo nascosero in una ‘damigianella'. Chi lo scoprirà sarà colpito da sette coltellate".
Sequestro di persona
Il provvedimento è arrivato a seguito di indagini svolte tra il tra il 2014 e il 2017, rese possibili anche grazie alle informazioni ricevute da un collaboratore di giustizia. Durante il blitz i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale hanno sventato un sequestro di persona, hanno liberato l'ostaggio e arrestato ben otto persone che lo tenevano in loro possesso.
Sequestrate droga e armi
I carabinieri hanno sequestrato droga ed armi. Si trattava di un florido traffico di sostanze stupefacenti, come cocaina, marijuana e hashish che il clan riceveva grazie a canali aperti con Spagna e Colombia. La droga veniva importata dalla Colombia e dalla Spagna, operazioni facilitate da alleanze con gruppi criminali camorristici e mafiosi.