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Lupi a Roma, sei nuovi cuccioli nell’Oasi di Castel di Guido

Sei nuovi cuccioli di lupo sono nati nell’oasi di Castel di Guido, nella periferia ovest di Roma. Le immagini, riprese dalle fototrappole, mostrano tre piccoli esemplari che giocano e si rincorrono. Lipu scrive: “Anche quest’anno è stata accertata la riproduzione del branco, dopo la storica prima riproduzione nel 2017, che arrivava dopo un secolo di assenza della specie nella nostra area”.
A cura di Alessia Rabbai
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I cuccioli di lupo che giocano nella Riserva Naturale Statale del Lito a Roma
I cuccioli di lupo che giocano nella Riserva Naturale Statale del Lito a Roma

Sei nuovi cuccioli di lupo sono nati nell'oasi di Castel di Guido, nella periferia ovest di Roma. A dare la lieta notizia la ong Lipu, che su Facebook ha pubblicato un simpaticissimo video che in cui compare la cucciolata della scorsa primavera. Le immagini, riprese dalle fototrappole, mostrano tre piccoli esemplari che giocano, rincorrendosi. "Anche quest’anno è stata accertata la riproduzione del branco, dopo la storica prima riproduzione nel 2017, che arrivava dopo un secolo di assenza della specie nella nostra area" si legge nella nota. Un altro dato storico dunque, che conferma ormai la presenza stabile della specie nel Comune di Roma, dopo che non si registravano branchi riproduttivi di lupo dagli inizi del ‘900. Il lupo era tornato a Roma due anni fa, con una coppia battezzata Numa e Aurelia.

Nel 2017 c'era stata la prima cucciolata. Particolare emozione avevano suscitato le riprese di un lupacchiotto privo dell'uso delle gambe posteriori, che veniva atteso e aiutato dai fratelli. L'esemplare era stato poi ritrovato morto nell'oasi, investito da un'auto entrata illegalmente. Gli esami del Dna sugli escrementi di lupo hanno dimostrato che i nuovi 6 cuccioli sono figli di un nuovo maschio, battezzato Tullo. Si ritiene che Numa sia morto e che sia stato sostituito da un altro esemplare. "Gli esami sugli escrementi hanno rivelato che i lupi di Roma per il 95% si nutrono di cinghiali, e hanno quindi un impatto minimo sulla zootecnia".

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