L’uomo che ha sparato alla bimba rom: “Ho modificato la pistola per renderla più potente”
"L'ho modificata per renderla più potente". Non era una semplice pistola a piombini quella che ha colpito la piccola Cirasela, un anno appena, ma una vera e propria arma. Il 59enne indagato per lesioni gravi ha ammesso di aver fatto in modo che quella pistola e quella carabina ad aria compressa diventassero molto più potenti di come gli erano state vendute un anno prima a San Marino. Stando al racconto che ha fatto agli inquirenti, "avrebbe allentato una vita per potenziare le due armi". Nelle ultime ore i pm hanno sentito alcuni testimoni, tra cui diversi abitanti della zona, per cercare di chiarire il luogo esatto dove la piccola è stata raggiunta dal piombino. L'uomo, un ex dipendente del Senato, si è sempre giustificato così davanti agli investigatori: "Stavo provando la nuova arma, non mi sono accorto di aver colpito la bimba". Saranno gli accertamenti balistici a stabilire se l'indagato abbia detto o meno la verità.
Il papà della bimba: "Non è stato un errore, non è venuto neanche in ospedale"
Intanto la bimba ha lasciato il reparto di terapia intensiva e sembra scongiurato il rischio che rimanga paralizzata. Ieri il papà della piccola, colpita alla schiena da un piombino mentre era in braccio alla mamma, si è detto convinto che lo sparo non sia stato un errore, ma un gesto voluto: "Non ha sparato per sbaglio, non è venuto nemmeno in ospedale a chiederci scusa".