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Lo strano caso di Massimo Galioto: due volte colpevole o due volte innocente per omicidio

Dopo l’assoluzione per l’omicidio del 19enne americano Beau Solomon, Massimo Galioto è nuovamente accusato di aver ucciso un uomo sulle sponde del Tevere. Senza fissa dimora, il 45enne è tornato in carcere ma nega ogni caso. Colpevole lasciato in libertà per mancanza di prove o vittima innocente che si è trovato due volte nel posto sbagliato al momento sbagliato?
A cura di Redazione Roma
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Il caso di Massimo Galioto, senza fissa dimora con problemi di dipendenza, ‘residente' sulle sponde del Tevere ha dell'incredibile. È due volte innocente o due volte colpevole di omicidio? Si è trovato per due volte nel posto sbagliato al momento al momento sbagliato o ha ucciso consapevolmente due persone? O ancora: è colpevole di uno solo dei due omicidi? Dopo essere stato assolto per l'omicidio dello studente statunitense Beau Solomon, l'uomo è stato fermato lo scorso giovedì per la morte di un 38enne, ma anche questa volta gli elementi a suo carico sono pochi e frammentarie il diretto interessato nega ogni accusa.

La morte di Beau Solomon e l'assoluzione di Massimo Galioto

È il 30 giugno del 2016 quando Beau Solomon, 19enne appena arrivato dagli USA a Roma per un periodo di studi alla John Cabot University, scompare. L'ultima volta che viene visto è con una comitiva di studenti come lui per le strade di Trastevere e avrebbe bevuto molto. Il suo corpo viene ritrovato il 4 luglio nelle acque del Tevere. Mentre le indagini sembrano in un vicolo cieco, improvvisamente la svolta: la fidanzata di Galioto, che viveva con lui sulle sponde del Tevere, lo accusa di aver litigato con il ragazzo e di averlo gettato nel Tevere. Spunta poi un video che lo incastrerebbe. Dopo tre anni di dibattimento l'accusa chiede l'ergastolo per il 44enne romano, ma i giudici decidono per il completo proscioglimento di Galioto da ogni accusa: non ci sarebbero vere prove che sia stato lui ad uccidere Beau Solomon.

Un nuovo omicidio sulle sponde del Tevere

Galioto torna così alla sua vita lungo il fiume. Restano delle ombre e dei sospetti su di lui certo, ma per la legge e fino a prova contraria è innocente e libero. Poi, due giorni fa, viene fermato sulle sponde del Tevere dove si è appena consumato un violento omicidio: vittima un 38enne di nazionalità romena anche lui senza fissa dimora e abitante del lungo fiume. Le forze dell'ordine arrivano sulla banchina dopo la segnalazione di una colluttazione e lo fermano poco lontano dalla scena dell'omicidio. Viene riconosciuto per la presenza con sé di un cane di grossa taglia, un labrador. Anche questa volta viene sospettato di omicidio.

Massimo Galioto accusato per la seconda volta di omicidio si difende

Il senza fissa dimora nega però ogni coinvolgimento, anzi racconta di essere intervenuto solo per soccorrerlo. "Il mio assistito è confuso per quanto accaduto e nega ogni addebito. Mi ha detto di aver visto un capannello di persone intorno all'uomo che giaceva esanime in terra e di essersi avvicinato per capire cosa stesse accadendo. Quando ha visto che nessuno lo stava soccorrendo, è andato da lui e ha provato a parlargli per vedere se reagiva. Dice che diverse persone possono confermarlo", ha spiegato a Fanpage.it il legale dell'uomo Michele Vincelli. Massimo Galioto intanto è tornato in carcere e rischia per la seconda volta in quattro anni di essere accusato di omicidio.

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