Lo sciopero alla rovescia del Liceo Amaldi: in classe si parla di migranti e solidarietà
Uno sciopero alla rovescia quello dei professori del Liceo Edoardo Amaldi di Tor Bella Monaca a Roma che domani, mercoledì 30 gennaio, interromperanno la normale didattica per due ore per riflettere insieme agli studenti sia dei fatti di cronaca nazionali, sia, a livello locale, sullo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto, struttura d'accoglienza dalla quale nei giorni scorsi sono stati portati via adulti e bambini, richiedenti asilo o migranti con protezione umanitaria. A ideare l'iniziativa sono stati undici professori, tra cui Danilo Corradi, docente di Storia della Filosofia, raccogliendo gli interrogativi posti dagli studenti, in particolare sulle emergenze umanitarie e sulla politica migratoria dell'attuale governo. Gli undici professori hanno lanciato l'appello agli altri insegnati su WhatsApp, chiedendo se fosse davvero possibile "continuare le lezioni quotidiane di fronte ai fatti che stanno accadendo". Il messaggio è girato e ha ricevuto l'appoggio di oltre 104 docenti e dei quattro rappresentati d'istituto, che si sono uniti alla causa. Inoltre, precisa Corradi: "Stanno arrivando adesioni di insegnanti di molte altre scuole romane e di altre regioni".
Le domande degli studenti
"L'idea è partita dai dubbi degli studenti che commentavano i drammatici fatti di cronaca recenti e tra loro cresceva l'indignazione" ha spiegato Corradi. "A colpire i ragazzi sullo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto il fatto che studenti come loro sono stati portati via da scuola senza poter salutare i compagni". Allo stesso modo sono rimasti sconfortati "i docenti che si sono visti portare via i loro ragazzi senza saperne il motivo". Si tratta di un episodio che "senza dubbio ricorda le drammatiche vicende del Novecento, proprio durante la settimana della Memoria".
Riflessione sui fatti d'attualità
"Ogni professore durante le due ore di stop alla didattica farà una riflessione insieme ai propri ragazzi, leggendo e commentando i giornali, analizzando i fatti d'attualità" continua Corradi. Una mobilitazione che i professori definiscono necessaria perché "compito della scuola non è limitarsi a insegnare le materie previste dalla didattica ma soprattutto di insegnare ai ragazzi a leggere l'attualità, i diritti umani, la Costituzione". Una presa di posizione che va oltre le idee politiche: "Come insegnanti ci sentiamo tirati in causa perché in questa scuola ci sono 230 studenti che non hanno il passaporto italiano, figli di famiglie straniere"