Licenziamento collettivo per i dipendenti del Pd romano: sono finiti i soldi in cassa

Crollo del tesseramento dopo Mafia Capitale, meno eletti e niente assessori, fine del finanziamento pubblico ai partiti e le casse sono rovinosamente vuote. A fare le spese dello stato della federazione romana del Partito democratico, saranno i suoi dipendenti, per i quali è stato annunciato un licenziamento collettivo. "In questi due anni – si legge nella lettera inviata dal Pd Roma ai suoi dipendenti – alla sede della Federazione abbiamo tagliato la gran parte dei costi dalle utenze, ma purtroppo oggi si rende necessaria una misura anche per far fronte alle conseguenze del ritardo accumulato sul pagamento degli stipendi".
"D'intesa con il Tesoriere nazionale abbiamo avviato la procedura di licenziamento collettivo utile a richiedere la cassa integrazione per i dipendenti della Federazione del Pd Roma, l'unico strumento ormai utile a limitare le conseguenze del suddetto ritardo". Firmato nero su bianco dal tesoriere Carlo Cotticelli, che ha annunciato un incontro per chiarire la situazione nella lettera riportata dall'Agi.
"Con la legge n.13/2014 e la conseguente abolizione del finanziamento pubblico ai partiti politici si ha l'assoluta necessità di rimodulare l'intera attività con un piano atto a riequilibrare la precaria situazione economico-finanziaria e ci si trova costretti ad avviare la procedura di licenziamento collettivo". Solo così infatti il Pd sarebbe in grado di far fronte alle spettanze dei suoi dipendenti, attivando al contempo la procedura per la cassa integrazione.
Dal 2014 la federazione del Pd è commissariata, tra mille polemiche, dal presidente nazionale del partito Matteo Orfini. Il prossimo marzo si terrà il congresso che, con un nuovo segretario e nuovi organismi dirigenti, dovrà praticamente ricostruire da zero la macchina del partito, partendo da una voragine di bilancio.