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Letta: “Io candidato sindaco di Roma? Non è in agenda, non sono neanche romano”

L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta ha chiuso alla possibilità di candidarsi a sindaco di Roma: “Non sono romano e la cosa non fa parte della mia agenda dei prossimi tempi. Ho un lavoro che devo portare avanti”.
A cura di Enrico Tata
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Enrico Letta
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L'ex presidente del Consiglio Enrico Letta ha chiuso le porte a una sua possibile candidatura a sindaco di Roma. Il suo nome è stato tirato in ballo in diverse occasioni per risolvere il problema del centrosinistra, ancora alla ricerca di un possibile inquilino del Campidoglio. Se Paolo Gentiloni, Roberto Gualtieri e David Sassoli saranno ancora impegnati nei rispettivi ruoli istituzionali e politici, il Partito democratico dovrà guardare altrove e le ipotesi in campo non sono moltissime: uno degli attuali minisindaci di centrosinistra, Amedeo Ciaccheri, Sabrina Alfonsi o Giovanni Caudo, il leader di Azione, Carlo Calenda, altri giovani esponenti romani come Tobia Zevi o Andrea Santoro, la senatrice romana Monica Cirinnà oppure, per l'appunto, Enrico Letta. Il diretto interessato, però, ha negato un suo interesse alla candidatura: "Non sono romano e la cosa non fa parte della mia agenda dei prossimi tempi. Ho un lavoro che devo portare avanti soprattutto in questo tempo in cui occuparsi di istruzione e formazione si scontra con l'educazione a distanza e con il fatto che dovremmo riprendere l'anno accademico a settembre con i corsi online, è un lavoro molto impegnativo", ha detto a SkyTg24 rispondendo a domanda diretta su un suo possibile coinvolgimento.

Un'incognita il rapporto con i 5 Stelle

Da decidere, per il centrosinistra, restano anche i rapporti con il Movimento 5 Stelle romano: ad una ricandidatura della sindaca Raggi il Pd ha risposto sempre un fermo no ed è probabile, quindi, che se la sindaca dovesse sciogliere le riserve (e potrebbe farlo, a meno di uno stop imposto dai piani alti del Movimento con la conferma del limite dei due mandati) il centrosinistra avrebbe un suo candidato. Se invece l'attuale prima cittadina facesse un passo indietro, è evidente che potrebbero aprirsi spiragli per un'alleanza con i 5 Stelle già dal primo turno. In questo caso, però, il nome su cui convergere potrebbe essere non un politico di professione, ma quello di un esponente della società civile. In un recente sondaggio pubblicato da AffariItaliani solo il 6,8 per cento dei romani intervistati crede in un'alleanza tra Pd e 5 Stelle, mentre il 42,1 per cento crede che questa convergenza ci sarà solo al ballottaggio e il 41,3 per cento non crede che questa ipotesi possa mai verificarsi.

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