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Emergenza rifiuti Roma

L’Emilia Romagna non vuole i rifiuti di Roma, il governatore Bonaccini: “Si rivolgano ad altri”

Il presidente dell’Emilia Romagna, il democratico Stefano Bonaccini, ha dichiarato di non essere intenzionato ad accogliere i rifiuti di Roma, qualora la Capitale chiedesse aiuto: “A Natale 2017 fummo insultati per avere dato la nostra disponibilità a prendere dei rifiuti. Dunque ora, prima di bussare qui, sarebbe meglio bussassero a qualcun altro”.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi e Stefano Bonaccini
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I cassonetti dell'immondizia sono stracolmi di rifiuti e le segnalazioni arrivano da diverse zone della città. Se le difficoltà attuali si trasformeranno a breve in una vera e propria emergenza legata alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, si vedrà. Ma probabilmente, se ce ne dovesse essere bisogno, la città di Roma non potrà contare sull'aiuto dell'Emilia Romagna, il cui presidente, il democratico Stefano Bonaccini, ha annunciato di non essere intenzionato ad accogliere, eventualmente, l'immondizia della Capitale. "Quello che posso dire è che possono tranquillamente rivolgersi ad altri", ha dichiarato il governatore romagnolo, ricordando che a Natale del 2017  "noi fummo insultati per avere dato la nostra disponibilità a prendere dei rifiuti. Dunque ora, prima di bussare qui, sarebbe meglio bussassero a qualcun altro". Due Natali fa Roma, anche allora in difficoltà nella raccolta dei rifiuti, chiese aiuto all'Emilia Romagna, ma in quel caso tra governatore e sindaca ci furono notevoli tensioni, con Bonaccini che dichiarò: "Certo che se ci fossero atteggiamenti meno arroganti della sindaca Virginia Raggi forse questo aiuterebbe ad avere un rapporto istituzionale un po' meno complicato".

Secondo Manlio Cerroni, l'ex patron della discarica romana di Malagrotta, per Roma ormai "è troppo tardi e servirebbe un miracolo". La città, ha dichiarato Cerroni, "è ridotta come Milano a metà degli anni 90 quando si scatenò l'emergenza. Anche lì i cittadini chiusero le finestre di casa per non sentire la puzza generata dai rifiuti non raccolti che arrivavano al primo piano dei palazzi". La sindaca Raggi ha spiegato poche ore fa la situazione attuale delle criticità in merito alla raccolta dei rifiuti a Roma, difficoltà derivate, secondo la prima cittadina, a uno stop di circa 15 giorni tra fine maggio e inizio giugno che è stato determinato dalla mancanza di siti dove portare i rifiuti a smaltire. Questo perché i due Tmb di Malagrotta, privati e non di proprietà di Ama, sono in manutenzione. "Abbiamo chiesto ad aprile scorso la convocazione di un vertice in Prefettura nel quale Ama ha chiesto che le 500 tonnellate al giorno di rifiuti – che non sarebbero più potute essere trattate nei Tmb di Malagrotta per lavori di manutenzione – fossero ridistribuite. Abbiamo riconvocato il tavolo in Campidoglio dove si è trovata una soluzione con tanto di indicazioni regionali per la ridistribuzione dei rifiuti in altri impianti sostitutivi. I ritardi poi ci sono stati perché un privato , Colari, ha tenuto le quote di riassegnazione per 10 giorni e non ha liberato i flussi. Tradotto: per chi non ha rispettato gli accordi e i patti presi 35mila cassonetti non svuotati a giugno. Un disagio di cui stiamo pagando le conseguenze ancora oggi". Da dieci giorni, spiega la sindaca, il ciclo è ripartito.

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