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Se la legge di stabilità di Renzi salva (di nuovo) i conti del Campidoglio

Mentre si inasprisce lo scontro tra Regioni e Governo, Marino tira un sospiro di sollievo: allentanto del 70% il patto di stabilità e riconosciuti a Roma i così detti extra-costi. I due provvedimenti potrebbero portare un tesoretto di 300 milioni di euro in più per il prossimo bilancio previsionale.
A cura di Valerio Renzi
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Mentre lo scontro tra Regioni e Governo sulla legge di stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri si fa sempre più duro, il sindaco di Roma Ignazio Marino e la sua maggioranza di centrosinistra sono gli unici che tirano un sospiro di sollievo. Il provvedimento licenziato dal Governo Renzi infatti allenta per ben il 70% il Patto di Stabilità per Roma Capitale e riconosce i così detti extra-costi, come la gestione di grossi eventi ad esempio beatificazioni e manifestazioni nazionali, punto su cui almeno da dieci anni gli amministratori di ogni colore della città si battono. Dai due interventi Roma vedrà più di 300 milioni di euro in più nella sua capacità di spesa: 200 milioni di capacità di spesa in più per l'allentamento del Patto di Stabilità e 110 milioni circa per gli extra-costi.

Perché Roma si salva con la legge di stabilità di Renzi?

Soddisfatti gli esponenti del Partito democratico: per il consigliere Fabrizio Panecaldo extra costi e allentamento del patto di stabilità “sono i due jolly che il premier Renzi ha messo nelle nostre mani per il risanamento di Roma. Ad un tempo sono il riconoscimento al sindaco Marino e all’assessore Scozzese di avere ben traghettato le finanze capitoline fuori dalla tempesta perfetta del debito ereditato”. Esprime soddisfazione anche capogruppo democratico Francesco D'Ausilio, che tuttavia subito dopo esprime la sua solidarietà “per le preoccupazioni del Presidente Zingaretti, emerse anche tra gli altri membri della Conferenza delle Regioni, sulle conseguenze che la manovra potrebbe determinare a causa dei tagli del trasferimento dei fondi agli enti locali", aggiungendo poi che "le Regioni avrebbero solo due strade per non violare il Patto di stabilità: tagliare i servizi o alzare le aliquote. In entrambe i casi una scelta che penalizzerebbe molto i cittadini di Roma e del Lazio”. Gianluca Peciola, capogruppo di Sinistra ecologia e libertà in Campidoglio, insiste sulla necessità di utilizzare le risorse sbloccate “per fronteggiare i crescenti disagi sociali. Sia questa l’occasione per dare ascolto alla città, in particolare quella maggiormente in sofferenza, al fine di costruire il prossimo Bilancio di previsione in modo meno ragionieristico e più tarato sui bisogni delle fasce sociali più deboli e sulle richieste che provengono dai Municipi”.

Se il provvedimento dovrebbe essere approvato dai due rami dal Parlamento così com'è rappresenterebbe un'indubbia novità per il futuro di Roma: senza un allentamento dei vincoli di bilancio o maggiori trasferimenti sarebbe stato sempre più difficile per Marino e la sua giunta non tagliare in maniera significativa la spesa sociale, o procedere verso la privatizzazione delle aziende strategiche controllate dal Campidoglio come prevede il così detto “Salva Roma” nel caso in cui i conti non siano in pareggio.

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