Le “Cronache Emiliane” di Vasco Brondi a La Pelanda

Nel programma del RomaEuropa Festival oggi e domani va in scena “Cronache emiliane”, un viaggio tra letture, musica e immagini messo a punto da Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica. Lo spettacolo è ospitato nel bellissima spazio de La Pelanda all'interno del Macro di Testaccio, 5000 metri quadri di spazio espositivo ricavato dalla restaurazione di uno dei padiglioni dell'ex Mattatoio. Brondi ci porta per mano nella sua terra, nell'Emilia che i Cccp, a cui il giovane cantautore deve molto, definirono “paranoica”. Come vedere la pianura padana e le sue città scorrere dal finestrino di un treno ragionale, cogliendone così il carattere e i colori. A definire il paesaggio ci pensano le fotografie di Luigi Ghirri, mentre le parole ce le mettono illustri conterranei di Brondi come Gianni Celati, Roberto Roversi, Pier Vittorio Tondelli, Cesare Zavattini e Giorgio Bassani. Tra una lettura e l'altra, appositamente elettrificate dall'amico Federico Dragogna della band i Ministri, Brondi proporrà il repertorio migliore degli album firmati Le luci della centrale elettrica.
Lo spettacolo è suggestivo e lo stacco tra letture e canzoni si sente ma fino ad un certo punto, non solo perché i testi di Brondi sono intrisi dell'atmosfera delle province emiliane, ma perché la parola nelle sue canzoni, i testi immaginifici e narrativi, ha una parte predominante riuscendo a descrivere in maniera ruvida e poetica allo stesso tempo l'Italia del terzo millennio. Non a caso il confine tra musicista e scrittore nel suo caso è particolarmente labile, visto che Brondi non disdegna scrivere e pubblicare racconti. Per il giovane musicista e paroliere classe 1984 arrivato al sue terzo album si sono sprecati i paragoni, a cominciare da quello con Francesco De Gregori, premiato ed amato da pubblico e critica, Vasco Brondi è semplicemente Vasco Brondi. Arrivato al sue terzo disco ormai è una certezza del panorama indie italiano, un artista maturo e curioso, che ha ancora tanto da dire e che ancora non si annoia a scrivere e raccontare.