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L’autosalone deve ancora aprire ma i Casamonica chiedono già il pizzo: due arresti

“I lavori hanno danneggiato le nostre proprietà”, questa la scusa per chiedere 10.000 euro a titolo di risarcimento e protezione a due imprenditori impegnati nell’apertura di un autosalone su via Tuscolana. La denuncia dei titolari ha portato all’arresto per estorsione aggravata dal metodo mafioso di due persone.
A cura di Valerio Renzi
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Sono stati arrestati questa mattina, con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, due persone. Si tratta di un 38enne romano e di un 59enne con precedenti, il secondo ritenuto parte del clan Casamonica. I fatti risalgono all'estate del 2018 quando due imprenditori, impegnati nell'apertura di un nuovo autosalone su via Tuscolana, vengono avvicinati da alcuni appartenenti alla famiglia radicata proprio a Roma Sud, con pressanti richiesta di denaro a titolo di "protezione". All'esponente del clan non sfuggono i lavori in corso per l'apertura dell'attività commerciale e, ancora prima che apra i battenti, chiedono 10.000 euro. La minaccia è chiara: o pagate o non aprite. I titolari però non cedono e si recano ai carabinieri per denunciare le pressioni subite. Parte così l'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma e portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, terminata questa mattina con gli arresti disposti dal Gip del Tribunale di Roma. Gli autosaloni sono tra le altre cose da vent'anni una delle attività in cui i Casamonica hanno maggiormente investito, tanto da far pensare che la prima richiesta estorsiva mirasse sul medio termine a prendere il controllo nei fatti dell'attività.

La scusa utilizzata per la richiesta di denaro è che, a detta dei due arrestati, i lavori "avevano creato dei danni a degli appartenenti alla citata famiglia Casamonica dimoranti in abitazioni limitrofe al cantiere". "Le richieste di denaro, da quanto emerso dalle indagini, sono state molto insistenti e molteplici sono stati i richiami all’impossibilità di sottrarsi alla richiesta estorsiva poiché proveniente dai Casamonica, prospettando, in caso di rifiuto, possibili danneggiamenti ai beni aziendali dei due fratelli. – si legge in una nota – I provvedimenti, che dispongono la custodia cautelare in carcere per gli indagati, sono stati notificati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma presso l’abitazione e presso l’ospedale dove uno dei due è attualmente ricoverato e piantonato".

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