L’automobilista che ha ucciso lo chef Alessandro Narducci era al cellulare
Emergono nuovi particolari sulla morte di Alessandro Narducci, lo chef di 29 anni del ristorante Aquolina di Roma, e di Giulia Puleio, 25 anni, deceduti nella notte tra il 21 e il 22 giugno in un incidente stradale sul Lungotevere Vittoria, quartiere Prati, a Roma. I due ragazzi, che viaggiavano sulla motocicletta, una Honda Sh, guidato dal noto chef, sono morti dopo essersi scontrati con un'automobile, una Mercedes Classe A, guidata da un 30enne originario del Casertano. Proprio su di lui, il conducente della vettura, sarebbero emersi nuovi particolari: stando a quanto riporta il Messaggero, secondo un testimone, un ragazzo che abita in un palazzo che affaccia sul Lungotevere e che avrebbe assistito all'incidente, il ragazzo alla guida dell'auto era al cellulare.
"Quel ragazzo che è sceso dalla Classe A era sconvolto" sono le parole del testimone, riportate dal quotidiano romano. "A un certo punto, disperato, ha detto: ‘Ero al telefonino, non mi sono accorto di niente'". Il ragazzo è stato portato, poi, anche lui in codice rosso in ospedale, dove gli è stato indotto il coma farmacologico, dal quale si è risvegliato soltanto nella serata di ieri: per il momento non ricorda nulla, ma il prima possibile dovrà essere ascoltato dagli inquirenti. Per il momento il ragazzo risulta indagato per omicidio stradale nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma e in mano al pm Pietro Polidori. Un atto dovuto, fanno sapere dalla Procura, in attesa che si compiano tutte le perizie e gli accertamenti tecnici del caso.