Latina, prostituta massacrata di botte: Gloria morta per essersi ribellata ai suoi aguzzini
Non ha ancora un volto chi ha ucciso Gloria Pompili, la prostituta 23enne, massacrata di botte e ritrovata cadavere tra mercoledì e giovedì scorsi sulla strada dei Monti Lepini nel comune di Prossedi, in provincia di Latina. Dopo la diffusione dei risultati dell'autopsia, che hanno sottolineato come il decesso sia avvenuto a causa delle numerose lesioni interne riportate dopo essere stata violentemente picchiata con calci e pugni, il cerchio intorno all'assassino sembra cominciare a chiudersi. La procura della Repubblica di Latina ha aperto nei giorni scorsi un fascicolo per omicidio a carico di ignoti e nelle ultime ore si continua a indagare lungo l'asse che va da Anzio e Aprilia, dove la giovane era costretta a prostituirsi, fino a Frosinone per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della ragazza e capire se il suo aguzzino sia un cliente o un eventuale protettore.
Dalle analisi degli investigatori, sulle quali vige il massimo riserbo, è tuttavia emerso che Gloria, che era anche una mamma, non aveva conti correnti o libretti postali e che quindi i soldi che prendeva finivano tutti ad altri. Aveva provato anche a ribellarsi e per questo è stata malmenata più volte, fino alla scorsa settimana, che le è stata fatale. In particolare, è caccia aperta a chi sfruttasse la ragazza, lasciandola senza un euro e persino priva di un telefono cellulare. Probabilmente, affermano gli inquirenti, avevano paura che parlasse e raccontasse apertamente i soprusi di cui era vittima. Ma quando quest'ultima si è decisa a dire basta qualcuno ha pensato che fosse arrivato il momento di eliminarla. Il condizionale, però, è d'obbligo e tanti sono ancora gli aspetti da chiarire per poter far luce sulla vicenda sui cui lavorano senza sosta le forze dell'ordine.