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Latina, Arianna Briasco morta a sedici anni per overdose: tre spacciatori in carcere

Il primo collegio penale ha ascoltato alcuni testimoni nel processo su Arianna Briasco, morta a sedici anni per overdose da eroina. Tre gli imputati che secondo la Procura di Latina avrebbero venduto le dosi fatali alla giovane. I genitori di Arianna, assistiti dagli avvocati, si sono costituiti parte civile.
A cura di Alessia Rabbai
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È in corso il processo sulla morte di Arianna Briasco, la sedicenne di Latina deceduta per overdose il 24 luglio 2015. Come riporta Il Messaggero, ieri mattina si è svolta l'udienza davanti al primo collegio penale presieduto da Francesco Valentini, durante la quale sono state ascoltate le prime testimonianze e alla quale erano presenti anche i genitori della ragazza. Assistiti dagli avvocati Luca Giudetti e Francesco Pio Porta si sono costituiti parte civile. Tre gli imputati. Secondo la Procura di Latina sarebbero loro ad aver procurato l'eroina alla giovane, in particolare, le dosi fatali che l'hanno portata alla morte. A parlare di quanto accaduto il giorno della scomparsa di Arianna, il vice commissario della Questura di Latina Elio Beneduce, intervenuto nell'abitazione dopo la richiesta d'aiuto da parte del padre, che nel frattempo aveva rotto la finestra per raggiungere la figlia chiusa dentro a una stanza.

Arianna Briasco morta per overdose

La tesi sostenuta dalla famiglia e riportata nelle memorie difensive della madre è che Arianna abbia conosciuto l'eroina nel centro di recupero, mentre prima di quel momento avrebbe fatto uso solo di cannabis e che nel centro avesse trovato condizioni favorevoli a venire a conoscenza della droga. Nel centro la giovane, secondo quanto sostengono i genitori, sarebbe venuta a contatto con persone adulte e con problemi di tossicodipendenza che l'avrebbero fortemente condizionata nelle sue scelte. Assistiti dagli avvocati si sono opposti alla richiesta di archiviazione ed hanno chiesto alla Procura di Ancona indagini sulla struttura di Fabriano, dove si trovava la figlia, per verificare la circolazione di droghe pesanti e in che modo veniva svolta la vigilanza.

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