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Latina, 4 casi di indiani positivi appena rientrati: “Lavorano nella logistica e come braccianti”

Positivo anche un cittadino bengalese appena rientrato dal paese d’origine. Allerta per il rientro dei tanti lavoratori impiegati soprattutto come braccianti. L’Asl ha avviato un monitoraggio e l’indagine epidemiologica, ma anche una campagna di sensibilizzazione nella comunità indiana che rappresenta una presenza ormai radicata nella provincia di Latina.
A cura di Redazione Roma
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Tamponi all'Asl Roma 2
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Risalgono i contagi in provincia di Latina. In otto giorni si sono registrati 17 casi positivi, un trend negativo che riporta alla provincia pontina indietro di due mesi nella lotta al virus. Oltre al caso dell'uomo positivo che si è allontanato dall'ospedale di Aprilia prima del risultato del tampone, ieri si è registrato un cluster familiare a Formia che ha coinvolto quattro persone (papà, mamma e i due figli.

Allerta anche per i lavoratori migranti di rientro dai paesi d'origine. Se nella capitale ha destato particolare preoccupazione i numeri dei contagi nella comunità bengalese, a Latina e provincia sotto osservazione è invece la numerosissima comunità indiana, i cui appartenenti sono impiegati soprattutto in agricoltura come braccianti ma anche in altri settori. Si sono registrati infatti i casi di quattro cittadini indiani positivi e di un bengalese appena tornati. Si tratta di cittadini migranti impiegati come braccianti ma anche nella logistica, uno dei settori più a rischio come dimostrano i focolai alla Bartolini e alla Tnt di Bologna.

Una situazione che preoccupa ma che al momento sembra sotto controllo. Intanto si è proceduto con l'indagine epidemiologica e i tamponi per i familiari e chi è entrato in contatto con i positivi, mentre il personale della Asl, con l'apporto decisivo delle associazioni e dei mediatori da anni impegnati sul campo con la comunità indiana (in particolare si tratta di cittadini di religione sikh), sta procedendo a informare dei rischi per chi rientra dai paesi d'origine.

La comunità indiana, composta soprattutto da braccianti, è soggetto spesso a fenomeni di capolarato e grave sfruttamento nei campi, ma è anche una comunità organizzata e con rapporti con le istituzioni locali, la società civile e il sindacato. Circostanze queste che favoriscono il dialogo con le autorità sanitarie e la sensibilizzazione anche se molti di questi lavoratori vivono in borghetti informali.

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