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L’Alveare, erbacce e topi al coworking delle mamme: e del bando del M5s non c’è traccia

Sono passati sei mesi da quando il M5s ha voluto indietro le chiavi dell’Alveare, il coworking con spazio baby dove le mamme precarie potevano lavorare portando i propri figli con sé. Il presidente del V municipio aveva promesso un bando per una ludoteca, ma questo non è mai arrivato: e il posto è abbandonato a se stesso.
A cura di Natascia Grbic
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Il 31 marzo il quartiere di Centocelle ha salutato per l'ultima volta L'Alveare, il coworking con spazio baby pensato appositamente per supportare le mamme lavoratrici. L'associazione ‘Genitori in città' ha consegnato le chiavi al Municipio V che aveva chiesto indietro gli spazi di via Fontechiari 35. Il minisindaco Giovanni Boccuzzi aveva annunciato a inizio luglio che era imminente l'uscita di un bando per fare una ludoteca: questo però, non è ancora arrivato. E così L'Alveare, coworking baby friendly frequentato da tutto il quartiere di Centocelle, oggi è ancora chiuso e abbandonato a se stesso. L'erba è alta e incolta, e ogni tanto qualche topolino sfreccia nel giardino un tempo pieno delle risate dei bambini. Nel corso di questi mesi, molte donne che erano state accolte dall'Alveare sono state costrette a pagare asili privati per poter continuare a lavorare, cosa che ha creato problemi economici non da poco a molte famiglie. In tutto questo, il M5s del V Municipio non ha mai incontrato queste mamme e i loro figli: ha solo preso indietro le chiavi e ha chiuso i locali,  annunciando un bando che non è ancora arrivato. Creando numerosi disagi al quartiere.

L'Alveare ha rappresentato un'esperienza innovativa per Roma. Si è trattato di un tipo spazio all'avanguardia che in Europa è molto diffuso, ma che in Italia non ha ancora preso largamente piede. Nel cuore di Centocelle, L'Alveare era un'oasi felice, che consentiva alle famiglie del quartiere di poter usufruire di servizi che le istituzioni non garantiscono ai cittadini. C'era però un problema. Il M5s non riconosce gli spazi assegnati direttamente alle associazioni, poco importa che siano un fiore all'occhiello per la città di Roma. E che siano conosciuti anche negli Stati Uniti. L'associazione che gestiva L'Alveare ha ricevuto oggi una lettera da Los Angeles da parte di una mamma che si sta per trasferire nella capitale: "Sono rimasta molto colpita dalla scoperta del vostro coworking, in quanto mamma lavoratrice appena arrivata a Roma da NY con un bebè di 10 mesi e un altro figlio di 3 anni. Il grande va a scuola e sto avendo problemi a trovare spazi di cura per il piccolo. Nel frattempo sto gestendo la mia società a New York… il vostro coworking mi sembrava un sogno". Un sogno che non c'è più.

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