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Omicidio Marco Vannini

La mossa di Antonio Ciontoli: “Neanche Marco si era reso conto del colpo di pistola”

Antonio Ciontoli, intervistato da Franca Leosini, racconta la sua verità riguardo alla tragica morte di Marco Vannini. Durante il lungo colloquio andato in onda domenica 30 giugno, Ciontoli afferma che neanche Marco si era reso conto di essere stato attinto da un colpo d’arma da fuoco.
A cura di Simona Berterame
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"Viste anche le condizioni di Marco io non avrei mai potuto immaginare che potesse rischiare la vita". Antonio Ciontoli ripete questa frase quasi come un mantra diverse volte durante l'intervista esclusiva rilasciata a Franca Leosini e andata in onda domenica su Rai 3 durante la trasmissione televisiva ‘Storie Maledette'. Un lungo colloquio in due parti (la seconda andrà in onda questa sera) durante il quale Antonio Ciontoli, condannato in secondo grado a 5 anni di reclusione per omicidio colposo, ripercorre la tragica notte del 17 maggio 2015 e successivamente.

Il racconto di Antonio Ciontoli a Franca Leosini

"Marco ai miei occhi non era grave", ripete più volte Ciontoli alla giornalista e ripercorrendo gli attimi successivi allo sparo spiega come il ragazzo non sembrava stare così male, gli avrebbe addirittura chiesto di sistemare la temperatura dell’acqua, poi si sarebbe fatto vestire. "Marco si è reso conto di essere stato raggiunto da un proiettile”, chiede Leosini, e il militare di Marina risponde: "Non lo so, per quella che era la mia consapevolezza aveva un colpo nel braccio. In quei minuti io e Marco non ci siamo mai confrontati” .

"Marco dice a Martina sto bene amore", incalza la Leosini riferendosi alla deposizione in aula di Martina Ciontoli e il capofamiglia risponde annuendo e aggiunge: "Sì gli diceva non ti preoccupare amore non ho nulla". Antonio Ciontoli in più occasioni, per sostenere la sua tesi che era difficile comprendere la gravità delle condizioni del giovane, tira in ballo lo stesso Marco affermando che probabilmente neanche lui si era reso conto della sua condizione. "No non penso, non mi ha detto mi hai sparato. Si è lasciato aiutare anche lui si è fidato maledettamente di me”, questo avrebbe indotto Ciontoli a pensare a "un colpo d'aria" e non a un proiettile, nonostante ammette di aver visto qualche goccia di sangue uscire dal braccio, e poi gli fa mantenere la convinzione che il proiettile lo avesse colpito solo al braccio.

La rabbia dei Vannini

Non si sono fatte attendere le reazioni dei familiari di Marco Vannini. “Marco per tutto il tempo che è stato in casa stava bene e non si era reso conto nemmeno lui che il proiettile era partito e che lo aveva nel corpo.” Alessandro Carlini cita su Facebook una frase pronunciata da Antonio Ciontoli domenica e aggiunge: "Non pensavo si potesse riuscire ad andare oltre lo schifo. L’ogiva ha attraversato cuore e polmoni e penso che forse qualche dolorino Marco lo avrà sentito. Anche perché ne abbiamo avuto conferma dalle sue grida strazianti durante la chiamata al 118 e dalle testimonianze dei vicini." Anche il loro legale Celestino Gnazi, ha voluto commentare la puntata di ‘Storie Maledette' attraverso un post su Facebook dai toni molto accesi: "Ho sentito Antonio Ciontoli dire di aver rassicurato la figlia Martina sulle condizioni di Marco, lo ho sentito dire che lo stesso Marco rassicurava Martina. Marco rassicurava Martina dicendole più o meno che stava bene. Secondo Ciontoli Marco, appena colpito da una arma da fuoco di potenza devastante, il cui proiettile gli aveva appena bucato i polmoni, gli aveva appena bucato il cuore, gli aveva appena bucato una costola e che non era fuoriuscito solo perché trattenuto dalla epidermide". 

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