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Omicidio Marco Vannini

La mamma di Marco Vannini scrive a Franca Leosini: “Mi ha fatto molto male come mi ha descritta”

Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, ucciso da un colpo di pistola, ha scritto a Franca Leosini, conduttrice della trasmissione tv ‘Storie Maledette’, dopo l’intervista ad Antonio Ciontoli, andata in onda su Rai 3. “Mi ha fatto molto male sentirmi definire da lei ‘Madonna Addolorata’. Io combatto per avere giustizia”.
A cura di Alessia Rabbai
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Marina, la mamma di Marco Vannini, ha scritto a Franca Leosini, la conduttrice di ‘Storie Maledette', dopo un'intervista ad Antonio Ciontoli, andata in onda in due serate su Rai 3. Si tratta di un messaggio comparso sulla pagina Facebook ‘Giustizia e verità per Marco Vannini' gestita dal cugino di Marco e nipote dei genitori Marina e Valerio. Nel messaggio mamma Marina di rivolge alla giornalista, facendo riferimento a come l'ha descritta nel corso del suo confronto televisivo con Antonio Ciontoli, scrivendo che le parole con le quali l'ha definita, le hanno fatto "molto male".

Cara Signora Leosini, non intendo, in questo momento, entrare in merito al modo in cui ha condotto l’intervista all’assassino di mio figlio. Volevo però dirle che mi ha fatto molto male sentirmi appellare da lei come ‘la Madonna Addolorata' ed essere definita più volte durante la sua trasmissione come una ‘madre disperata', che sostanzialmente non sa quello che dice. Naturalmente sono disperata per aver perso mio figlio, ma sono una madre assolutamente lucida e determinata, che sta lottando con tutte le sue forze da quattro anni per avere la giusta giustizia e non mollerò mai, fino a quando non avrò ottenuto la giustizia che mio figlio merita. Io non vorrei essere più nominata da lei, ma, se proprio dovesse farlo e se lo ritenesse opportuno e consentito, mi descriva per quello che realmente sono e non per quello che fa più comodo a lei o ai suoi ospiti.

Marina Conte

Franca Leosini: "La madre di Marco disperata, una ‘Madonna Addolorata'"

"La madre di Marco Vannini è disperata, una Madonna Addolorata, ha perso suo figlio" queste le parole di Franca Leosini che hanno ferito mamma Marina. La conduttrice si è così espressa più volte nel corso dell'intervista descrivendola in questo modo mentre cercava di far capire ad Antonio Ciontoli che per colpa dei suoi errori, ha condannato per sempre all'ergastolo la famiglia del 20enne di Cervetri, l'angelo biondo e bellissimo morto tragicamente "per la sua negligenza". Un atteggiamento quello della madre di Marco, così come tratteggiato da Leosini, che, giustificherebbe la sua condanna senza speranza di perdono e i suoi sospetti che a sparare non sia stato Antonio, bensì suo figlio e fratello della fidanzata Martina, Federico. "Ad una madre disperata per la morte del figlio le è concesso di dire tutto" afferma Leosini. Dura la critica di Marina Conte: "Non sono una persona che non sa quello che dice e che parla a sproposito" ha detto. E ha chiarito: "Io sto lottando con tutte le mie forze per chiedere la giustizia che mio figlio merita".

Caso Vannini, Franca Leosini intervista Antonio Ciontoli

Antonio Ciontoli, intervistato da Franca Leosini, ha raccontato per la prima volta la sua verità sulla morte di Marco Vannini. La prima parte andata in onda ha ripercorso i drammatici fatti che accaddero la notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015, gli errori, le omissioni, le telefonate ai soccorsi, le intercettazioni ambientali nella caserma dei carabinieri e il rapporto che la famiglia Ciontoli aveva con Marco. Nella seconda e ultima parte dell'intervista, invece, Leosini ha posto domande su quanto emerso dalle perizie, dalle sentenze dei giudici arrivate in sede processuale e di come è cambiata la vita della famiglia Ciontoli, dopo la notte dello sparo. A partire dalla sentenza di primo grado, che condannava il capofamiglia a scontare una pena di 14 anni per omicidio volontario, reato poi derubricato a colposo dai giudici della seconda Corte D'Assise D'Appello, che lo hanno condannato a cinque anni di reclusione, Antonio Ciontoli ha detto di non meritare quello che i magistrati in primo grado avevano deciso precedentemente per lui: 14 anni sarebbero per il capofamiglia una pena troppo grande, in quanto, come da lui dichiarato, "non ho mai voluto uccidere Marco, né pensato che potesse morire".

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