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L’ultima idea della Raggi: “Pecore e caprette ‘giardiniere’ nei parchi. Le useremo come tosaerba”

Così l’assessore capitolina alla Sostenibilità Ambientale Pinuccia Montanari nel corso di una diretta Facebook in cui rispondeva alle domande dei cittadini: “La sindaca Virginia Raggi recentemente mi ha sollecitato l’utilizzo delle pecore e degli animali come tosaerbe, attività che già viene svolta al parco della Caffarella”.
A cura di Enrico Tata
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"A Berlino si è tornati ai vecchi tempi con pecore e caprette come tosaerba, si potrebbe fare anche a Roma", suggerisce una signora nel corso di una diretta Facebook in cui l'assessora alla Sostenibilità Ambientale Pinuccia Montanari risponde alle sollecitazioni dei cittadini. L'idea non solo è già allo studio dell'amministrazione capitolina, ma la sindaca Virginia Raggi sembra esserne una dei principali sponsor. Spiega infatti Montanari in diretta video: “La sindaca Virginia Raggi recentemente mi ha sollecitato l’utilizzo delle pecore e degli animali per effettuare questa attività, che già viene fatta al parco della Caffarella e che vorremmo estendere agli altri parchi e alle grandi ville. E’ un modo semplice, che fanno in altre grandi città come Berlino. Ci sembra giusto e interessante”.

A quanto pare le pecore giardiniere furono ‘assunte' anche a Parigi. Nel 2013 il comune acquistò alcune pecore nane d’Ouessant, originarie della Bretagna, come tosaerba del verde pubblico. In particolare, si legge nelle cronache dell'epoca, furono ingaggiati quattro esemplari provenienti da un’isola a nord della Francia. Mesi prima il museo del Louvre utilizzò due caprette per tagliare i prati dei giardini delle Tuileries.

Coldiretti: "A Roma avremmo 50mila pecore tosaerba"

"Con cinquantamila pecore allevate nel comune di Roma, la Capitale può contare su un vero esercito di tosaerba naturali. Questo consente di sostituire falciatrici e decespugliatori, abbattere rumori ed emissioni e garantire in più la concimazione naturale delle aree verdi. Una scelta ecologica per ridurre l’inquinamento e favorire l’integrazione tra città e campagna. In questo modo trae vantaggio l’ambiente, essendo le pecore falciatori a impatto zero, ma anche l’allevatore grazie alla disponibilità di un pascolo a fronte di una progressiva riduzione degli spazi verdi. Si tratta di fatto di una alternativa moderna alla transumanza che per secoli ha caratterizzato l’allevamento delle pecore ma che ora è resa difficile dall’urbanizzazione che ha drasticamente limitato le aree libere al pascolo", fa sapere la Coldiretti.

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