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Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Investite a corso Francia, l’amico di Pietro: “Siamo passati con il verde, impossibile evitarle”

La testimonianza dell’amico di Pietro Genovese, in macchina con lui al momento dell’incidente in cui hanno perso la vita Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann: “Quelle due ragazze sono sbucate all’improvviso, correvano mano nella mano. Mi creda, era impossibile evitarle”.
A cura di Enrico Tata
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L'automobile distrutta di Pietro Genovese
L'automobile distrutta di Pietro Genovese
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"Siamo passati con il verde e non era possibile evitarle", racconta al Messaggero un 20enne che si trovava in macchina di Pietro Genovese, quando il suo suv ha investito e ucciso Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann. Le due 16enni, secondo lui, sarebbero spuntate dal nulla, all'improvviso, correndo, e la macchina su cui era a bordo sarebbe passata con il semaforo verde. Ammette anche che poco prima avevano bevuto qualche bicchiere di vino. C'è solo una differenza rispetto alla versione descritta dal gip nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per Genovese: secondo l'amico di Pietro la loro vettura non procedeva a velocità così elevata perché "anche volendo non avremmo potuto correre. Su Corso Francia era appena scattato il semaforo verde e l'auto era ripartita da poco". Secondo il giudice, invece, l'impatto terribile con le due ragazze (e basta vedere i danni causati alla macchina di Genovese) non è compatibile con una velocità bassa e più testimoni affermano, tra l'altro, il contrario.

"Quelle due ragazze sono sbucate all'improvviso, correvano mano nella mano. Mi creda, era impossibile evitarle. Pioveva, era buio, ma ricordo perfettamente cos'è successo: ho visto due sagome apparire dal nulla e poi il corpo di una di loro rimbalzare sopra il cofano", racconta Davide al Messaggero.

"Eravamo appena andati via da una cena a casa di amici al Fleming dove avevamo festeggiato il ritorno di un amico dall'Erasmus. Avevamo bevuto qualche bicchiere di vino, niente di più. Era da poco passata la mezzanotte e avevamo imboccato Corso Francia per andare verso il Treebar al Flaminio. Pietro guidava, io ero seduto accanto a lui e dietro di noi, sul sedile posteriore, c'era un altro nostro amico che al momento dell'incidente però stava mandando un messaggio con il cellulare e dice di non aver visto nulla. Mentre passavamo davanti a una macchina che aveva rallentato alla nostra destra sono sbucate due sagome. Correvano. Credo volessero scavalcare il guardrail per raggiungere l'altro lato della strada. Ricordo di aver sentito un botto tremendo. E di aver visto una di loro sopra il cofano dell'auto. E' successo tutto in una frazione di secondo. Il tempo di renderci conto di quello che era successo e accostare l'auto sulla destra, poco prima della rampa. Non potevamo inchiodare in mezzo alla strada. Dall'incidente al momento in cui ci siamo fermati saranno passati 5-10 secondi".

Pietro Genovese positivo all'alcol test

L'alcol test ha dimostrato che Pietro Genovese aveva nel sangue un tasso alcolemico tre volte superiore al limite consentito. Il drug test, invece, ha dimostrato che, forse in passato e non quella sera (ma non è dimostrabile), ha assunto diverse sostanze stupefacenti. Successivi accertamenti hanno rivelato che al giovane è stata già tolta la patente e che ha già avuto guai per infrazioni del codice stradale. "Aveva bevuto un paio di bicchieri di vino, ma non era ubriaco o drogato: nessuno quella sera aveva fumato canne. È vero, una volta gli trovarono una canna in macchina e ogni tanto capitava che andasse un po' veloce, ma non è un pazzo alla guida. E quello che è successo non si poteva evitare", la testimonianza dell'amico.

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