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Insulti sessisti e l’arbitra si ribella. Il giudice sportivo: “La gara non andava sospesa”

Giovane arbitra sospende gara di calcio dopo aver ricevuto pesanti insulti sessisti. Il giudice sportivo accoglie il ricorso di una delle società sportive: “La gara doveva continuare non c’è stata violenza fisica”.
A cura di Valerio Renzi
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Una decisione destinata a far discutere quella del giudice sportivo che ha stabilito che, nonostante gli insulti sessisti ricevuti dall'arbitra, questa non dovesse procedere a sospendere la partita. I fatti risalgono allo scorso 15 ottobre, durante la gara tra Arpino e Itri, valida per la Promozione laziale. Nel corso della partita l'arbitra, Sara Mainella, è stata oggetto di pesanti insulti sessisti e minacce, tanto da decidere di sospendere la partita, vedendosi poi costretta a rifugiarsi negli spogliatoi.

Il giudice: "Niente violenza fisica la partita doveva continuare"

Ma per il giudice sportivo, interpellato dall'Itri con un ricorso contro la sospensione, la gara doveva proseguire dato che non vi sarebbe stata “violenza fisica”, ma solo il gesto "isolato di un calciatore", seppur avesse portato una condotta grave fatta di ingiurie e minacce. La sentenza è stata riportata sulla sua pagina Facebook proprio dall'Itri Calcio.

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