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L'Inchiesta sullo stadio della Roma

Inchiesta sullo Stadio della Roma, Luca Parnasi scarcerato: andrà ai domiciliari

Inchiesta sullo stadio della Roma a Tor di Valle, il costruttore Luca Parnasi agli arresti domiciliari. Il gip Maria Paola Tomaselli ha accolto la richiesta presentata dai difensori del costruttore romano dopo l’interrogatorio reso venerdì scorso in procura.
A cura di Enrico Tata
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Luca Parnasi
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Luca Parnasi esce dal carcere e va agli arresti domiciliari. Il gip Maria Paola Tomaselli ha accolto la richiesta presentata dai difensori del costruttore romano dopo l'interrogatorio reso venerdì scorso in procura. Parnasi, che era detenuto in carcere dal 13 giugno scorso, è accusato di essere il vertice di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati contro la pubblica amministrazione nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma in merito alla costruzione del nuovo stadio della Roma nell'area di Tor di Valle.

Decisivo per la scarcerazione di Parnasi l'ultimo interrogatorio

Solo due settimane fa il gip aveva respinto la richiesta dei domiciliari. Il 12 luglio anche la Corte di Cassazione si era espressa negativamente in merito alla richiesta dei legali difensori di Parnasi in merito alla scarcerazione del loro assistito. Dopo i lunghi interrogatori nei quali Parnasi aveva raccontato la sua versione dei fatti, i pm della procura di Roma avevano dato il loro assenso alla concessione dei domiciliari per il costruttore, ma lo scoro 6 luglio il gip Maria Paola Tomaselli respinse la richiesta di scarcerazione. Questo perché, sosteneva il giudice, l'indagato non aveva rivelato nulla di nuovo agli inquirenti e in secondo luogo i suoi collaboratori e presunti sodali si trovano ancora in carcere. Alla luce dell'ultimo interrogatorio, invece, il giudice ha ritenuto attenuate le esigenze cautelari e ha autorizzato Parnasi a recarsi, con mezzi propri, nella sua abitazione così come richiesto dagli avvocati difensori Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini. L'ultimo interrogatorio (il secondo), quello decisivo per il giudice, risale al 13 luglio, è durato quattro ore e si è svolto nell'ufficio del pm Barbara Zuin.

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