Il presidente di Opera Nomadi accusato di truffa. Ma lui smentisce: “Non sono indagato”

Massimo Converso, presidente dell'Opera Nomadi, è accusato di peculato, truffa aggravata, frode aggravata e violenza sessuale. Questo stando a quanto riportato dal Messaggero che fa riferimento all'informativa sull'inchiesta in merito alle mazzette in cambio di agevolazioni negli appalti per la gestione dei campi rom. Opera Nomadi è una delle più importanti associazioni italiane che operano per favorire l'integrazione delle minoranze rom. Viene fondata a Bolzano nel 1963 da don Bruno Nicolini e viene poi trasformata in associazione nazionale nel 1965 e successivamente in Ente Morale Nazionale. A Roma gestisce anche il campo rom di via della Cesarina ma, secondo le indagini dei carabinieri, solo una piccola parte dei 12mila euro che riceveva al mese venivano investiti effettivamente per l'assistenza agli abitanti del campo.

"Nell’ambito dell’esercizio di tale attività finanziata dal Comune di Roma Capitale, l’Opera nomadi impiega personale insufficiente, in nero, malpagato, e fa figurare falsamente come eseguiti gli obblighi previsti dalla convenzione in essere con il Comune di Roma Capitale falsificando le previste relazioni periodiche", riporta l’informativa dei militari. Non solo. Secondo i carabinieri Converso avrebbe intascato parte del denaro ricevuto dall'associazione. Infatti nel 2013 e nel 2014 avrebbe trasferito sul suo conto circa 150mila euro,"sottratti arbitrariamente all’interesse pubblico a cui erano destinati". Per quanto riguarda l'accusa di violenza sessuale gli investigatori stanno verificando alcuni contatti che Converso avrebbe avuto con donne e minorenni rom. In alcune telefonate il presidente di Opera Nomadi si lascerebbe andare a commenti equivoci.

Massimo Converso ha smentito di essere indagato ai microfoni di Fanpage.it