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Incendio all’aeroporto di Fiumicino: “Adr sapeva dei malfunzionamenti”

Presentata la relazione della Commissione del Senato sull’incendio che lo scorso 7 maggio ha devastato il terminal T3 dell’aeroporto di Fiumicino. Dagli atti emergerebbero le responsabilità dell’Anac, di Aeroporti di Roma e dell’Asl Roma D. L’ente gestore dello scalo sapeva dei malfunzionamenti. Dieci indagati dalla procura di Civitavecchia tra cui l’Ad di Adr Lo Presti.
A cura di Valerio Renzi
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Sarà votata il prossimo martedì la relazione della Commissione Infortuni sul Lavoro, redatta dalla presidente Camilla Fabbri, sul rogo scoppiato lo scorso 6 maggio nell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino. Nella relazione, resa pubblica quest'oggi, si sottolineano ritardi e inadempienze da parte di Aeroporti di Roma e di Ati Gruppo Ecf Spa, la società vincitrice dell'appalto per la manutenzione dell'impianto di condizionamento interno allo scalo romano.

Nella sua relazione la Commissione sottolinea come le operazioni dei vigili del fuoco siano iniziate con almeno 40 minuti di ritardo, a causa della difficoltà "di individuare e raggiungere il punto di origine dell'incendio". Ma la responsabilità più grave sarebbe nel ritardo con cui gli stessi vigili del fuoco sono stati avvertiti, con due agenti di polizia lasciati per più di mezz'ora a fronteggiare le fiamme: "Per quasi 40 minuti – recita la relazione – la veloce propagazione dell'incendio per centinaia di metri non trovava nessun ostacolo e nessuna forma di efficace contrasto per la sostanziale inesistenza di misure effettive, idonee e proporzionate al volume di fuoco".

Ma quel che più grave emerge sono le responsabilità di Adr e del Gruppo Efc, che sapevano del malfunzionamento nel "vano E09", che corrisponde appunto al locale commerciale da cui si sono propagate le fiamme da un pinguino malfunzionante.  "C'erano già state segnalazioni di preallarme per temperature superiori alla norma di 26 gradi e poi da 27,5 a 30,1 a cui ha fatto seguito l'installazione di un condizionatore portatile tipo ‘pinguino'. Una scelta incauta richiesta da Adr". Ma non basta: "Ancora poche ore prima dell'incendio veniva segnalato dai tecnici operativi della manutenzione di Adr con mail del 6 maggio 2015 alle 21.11 che ‘il pinguino… spesso si ferma per allarme. La temperatura media è di 28-30 gradi, necessita condizionare il locale' e che ‘molti tecnici della ditta Ciotola non sono abilitati ad accedere ai locali tecnici'. Parole indicative della piena consapevolezza da parte di Adr come committente, e di Ati come appaltatrice, del rischio di surriscaldamento e della pericolosità dell'installazione del pinguino".

Ma la Commissione sottolinea anche errori e ritardi nella gestione post incendio, additando le responsabilità dell'Asl Roma D: "Per quanto concerne l'operato dell'organo di vigilanza successivo al 7 maggio 2015 si deve rilevare che sorprende la tardività dell'intervento dell'Asl. Non si può non registrare con allarme – ha dichiarato Fabbri – che al riguardo la dr. ssa Proietti, responsabile del servizio di vigilanza sui luoghi di lavoro, è stata colpita da un provvedimento disciplinare di sospensione dal servizio per due mesi cui ha fatto seguito il pensionamento su domanda della stessa. Ferma restando l'autonomia del giudizio disciplinare, è evidente che anche per il personale dell'Asl Roma D v'è stata una grave sottovalutazione del tema della sicurezza di un luogo di lavoro qual è l'aeroporto di Fiumicino".

Per Camilla Fabbri non ci sarebbero un'unica responsabilità ma una corresponsabilità dei vari enti coinvolti, tra cui l'Enac, che hanno trascurato "le norme in materia di prevenzione e protezione antincendio. Non c'è una responsabilità individuale ma una corresponsabilità che tra l'altro ci farà estendere l'indagine anche agli altri aeroporti italiani ma magari anche alle stazioni. Ora verificheremo che tipo di lavori di adeguamento e ripristino dei sistemi di sicurezza sono stati fatti al Leonardo da Vinci".

Per il rogo del Terminal T3 10 indagati

Dopo il voto la relazione sarà consegnata alla Procura di Civitavecchia che sta conducendo le indagini sulle eventuali responsabilità. A rischiare di finire a processo sono in dieci, primo fra tutti l'amministratore delegato di Aeroporti di Roma Lorenzo Lo Presti. Le accuse vanno dai reati di incendio colposo a quello di lesioni. Secondo l'accusa Lo Presti, non avrebbe permesso ai lavoratori di "operare una adeguata valutazione del rischio incendio predisponendo una carente organizzazione per la gestione operativa delle emergenza nonché una carente attività di controllo sulla manutenzione".

Indagati anche Patrizia Terlizzi (numero uno del Sistema aeroporti Lazio dell'emac); Antonio Perazzolo (vigili del fuoco di Fiumicino); Giuseppe Petrungaro ed Emiliano Carriccia (dipendenti di Aeroporti di Roma (Adr);  Antonio Porcu e Adriano Tedesco (dipendenti della società Leonardo Multiservizi); Mauro Pietro Grande e Valerio Minciotti e Fabio Verdelocco, ques'ultimo responsabile coordinatore del controllo servizio manutenzione ordinaria impianti di Adr.

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