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Imen Chatbouri uccisa e gettata nel Tevere dopo che aveva rifiutato e respinto il suo assassino

Imen Chatbouri, 37enne tunisina, è stata uccisa da qualcuno che probabilmente conosceva. L’ipotesi degli investigatori è che Imen abbia rifiutato e respinto il suo assassino e per questo motivo lui si sarebbe vendicato gettandola giù da Ponte Sisto, Roma. I pm indagano per omicidio volontario premeditato.
A cura di Enrico Tata
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Imen Chatbouri
Imen Chatbouri

Non è stato un incidente, non si tratta di suicidio e neanche di una rapina finita in tragedia. Imen Chatbouri è stata uccisa e conosceva il suo assassino. Probabilmente, questa la pista seguita dagli investigatori, aveva rifiutato le sue avances pochi minuti prima di morire. Forse si è rifiutata di dormire con lui e per questo il killer l'ha seguita e, mentre la 37enne tunisina percorreva Ponte Sisto, il ponte che collega il centro storico e Campo de' Fiori con Trastevere, l'ha spinta giù. Nessun segno di colluttazione, nessun segno di violenza. Dettagli che avevano fatto credere agli investigatori che si fosse trattato di un tragico incidente o di un suicidio. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, si legge sul Messaggero, hanno mostrato un'altra verità: il suo assassino l'ha afferrata dalle caviglie e l'ha gettata giù. Probabilmente Imen non si è neanche accorta di essere stata seguita dal suo killer che, per l'appunto, conosceva. Non è il suo fidanzato, sentito dagli investigatori e già escluso dai possibili sospettati, troppo diverso dall'uomo che si vede nelle immagini delle telecamere di sicurezza.

Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Antonio Verdi stanno indagando per omicidio volontario premeditato. Gli investigatori stanno cercando tra i filmati delle telecamere di sicurezza di tutto il centro storico, convinti di poter ricostruire il percorso che la 37enne assassinata ha fatto nella notte tra il primo e il due maggio in compagnia del suo killer. Probabilmente, ma è un'ipotesi da confermare, i due hanno bevuto anche qualcosa insieme. Poi lei avrebbe respinto lui e quest'ultimo si sarebbe vendicato facendola precipitare da un'altezza di circa venti metri. Una caduta che non ha lasciato scampo alla donna. L'assassino ha sceso le scalette, ha raggiunto il cadavere della donna e ha fatto sparire ogni possibile indizio che potesse portare a lui. La scomparsa dello smartphone, per esempio, aveva fatto ipotizzare in un primo momento a una rapina finita male. Così non è: si tratta di femminicidio.

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