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Il Tevere diventa Parco nazionale, ecco il progetto per salvare il fiume dal quale è nata Roma

Il progetto ‘Tevere Nostrum’ lanciato dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale prevede che il fiume dal quale è nata Roma diventi parco nazionale, con interventi volti alla manutenzione per la messa in sicurezza e la tutela degli ecosistemi e la progettazione di 47 opere, dopo circa mezzo secolo. Fanpage ha intervistato Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’ente a difesa del suolo, risanamento idrogeologico, tutela quantitativa e qualitativa della risorsa idrica.
A cura di Alessia Rabbai
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Il Tevere diventa parco nazionale grazie a una proposta lanciata dall'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Centrale. L'obiettivo è la salvaguardia e la tutela dei 405 chilometri di fiume, dei territori e delle 56 aree urbane che ruotano intorno a esso, per preservare l'identità di un corso d'acqua che affonda le sue radici nell'antichità, fin dai tempi della fondazione di Roma, protagonista con una piena della leggenda di Romolo e Remo. I tempi per gli interventi di manutenzione partiranno presto grazie a una gara prevista a breve, mentre per la realizzazione di 47 opere di progettazione saranno necessari dagli 8 ai 10 anni. Si tratta di casse di estensione, arginature, sistemi di sicurezza, idrovore, lavori fondamentali rimasti in arretrato da circa mezzo secolo. Fanpage ha intervistato Erasmo D'Angelis, segretario generale dell'ente a difesa del suolo, risanamento idrogeologico, tutela quantitativa e qualitativa della risorsa idrica.

Com'è nata l'idea di realizzare un parco nazionale del fiume Tevere?

L'idea è nata da una valutazione svolta lungo l'intera asta fluviale del Tevere, una ricognizione accurata dalle sue sorgenti sull'Appennino, fino alla foce di Ostia. I dati emersi sono positivi, ma esiste il rischio delle piene e del consumo di suolo, in particolare delle fasce di sponda. L'obiettivo è di rimettere al centro dell'attenzione il Tevere come infrastruttura ecologica vitale, come il più antico monumento italiano, frutto di un interazione tra storia, natura, capacità dell'uomo di modificare gli assetti ecologici. Una risposta concreta agli effetti dei cambiamenti climatici, che richiedono un piano di adattamento, forti investimenti sull'ambiente e sulla protezione dai rischi di piena con la messa in sicurezza e la tutela degli ecosistemi.

Quali sono le condizioni di salute del Tevere oggi? 

Le condizioni di salute del Tevere oggi sono migliorate rispetto a quindici anni fa e, grazie ai grandi depuratori, sta migliorando anche la qualità dell'acqua. Nei pressi del Tevere esistono 18 aree già protette istituite da Lazio, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna alle quali connettersi per trasformare il Tevere nell'infrastruttura ecologica più importante dell'Italia centrale, attorno alla quale immaginare uno sviluppo diverso. Oggi il Tevere è anche sinonimo di occupazione e consumo di suolo impunito, tollerato, soprattutto verso la foce, per la sua cementificazione. Su 405 chilometri di percorso, 235 sono a rischio piena, anche nei tratti delle aree urbane.

Il ministero dell'Ambiente e delle Infrastrutture hanno messo a disposizione dei fondi per il progetto, di che cifre si parla e in quali interventi saranno impiegati?

Il costo per la messa in sicurezza dell'asta del fiume è intorno al miliardo, abbiamo individuato le opere da realizzare: il ministero delle Infrastrutture ci sta trasferendo 2.400 milioni di euro che metteremo a gara per una progettazione per contenere le acque degli affluenti con un sistema di invasi a monte di Roma, per non farla arrivare in città: è l'intervento più importante che va fatto. Il ministero dell'Ambiente ci ha trasferito i primi 10 milioni di euro per avviare dopo oltre vent'anni anni le prime manutenzioni del reticolo idraulico delle vie d'acqua, fossi, canali, spesso pieni di rifiuti e dove è cresciuta la vegetazione. La nostra intenzione è quella di incontrare le amministrazioni locali, le associazioni e i cittadini per creare una rete, un progetto collettivo.

Quali sono gli obiettivi ambientali per le acque da raggiungere previsti dalla direttiva europea quadro del 2000 e come è necessario intervenire?

Con la firma della direttiva l'Italia si era impegnata entro il 2015 a raggiungere il livello del ‘buono stato ecologico delle acque': ciò non è avvenuto. Da un incontro con i tecnici Acea, è emerso che dal 2003 ad oggi i grandi depuratori di Roma sono riusciti a depurare quasi tutta la città, con una qualità d'acqua migliore di quella di 15 anni fa, che riceve purtroppo ancora carichi fognari dagli affluenti, in alcune zone la depurazione va rafforzata. Poi c'è il tema del controlli sugli scarichi abusivi di aziende che vanno individuati e fermati.

Quali saranno le opportunità e i risvolti positivi del Tevere parco nazionale?

Abbiamo di fronte un lavoro impegnativo ma entusiasmante, con ottime condizioni e risorse per attivare un piano integrato di azioni per riportare il fiume a un livello di qualità che merita. Roma è l'unica città senza un Museo del Fiume, ma anche l'unico ‘fiume mare' con una capitaneria di porto. Il Tevere è protagonista dello sviluppo di 3000 anni di storia culturale dell'Italia ed è carico simbologia, come cittadini, dobbiamo ravvivare la nostra cultura fluviale. Il Tevere ci può restituire paesaggi, scorci e natura in gran parte incontaminata che va tutelata, deve tornare a scorrere come l'anima della città che si è persa e va recuperata.

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