Il tema della 14enne: “Papà mi ha violentato almeno sette volte”. L’uomo si è tolto la vita
"Sono stata stuprata da papà; la prima volta fu un giorno in cui non mi sentivo molto bene e non sono andata a scuola. Così facendo ogni volta che rimanevamo io e lui soli anche per cinque minuti, risuccedeva fino ad un totale di sette volte". Questo è il contenuto agghiacciante del tema scritto dalla ragazza di 14 anni di Cassino, che ha scritto per rispondere alla traccia proposta per il tema d'italiano "Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non ha il coraggio di dirle". Una proposta fatta alla classe – secondo quanto raccontato dal preside – proprio perché i docenti erano preoccupati che qualcosa non andasse. Sotto il peso dell'accusa il padre si è tolto la vita impiccandosi alla cancellata di una chiesa quando la vicenda è diventata di dominio pubblico.
La denuncia dell'uomo da parte della madre
Era il 6 dicembre scorso. Il giorno stesso la mamma della ragazza viene convocata e racconta ai docenti, secondo quanto contenuto nell'ordinanza restrittiva nei confronti del padre, di aver consigliato alla ragazza di non rimanere sola con il padre: "Confermava di aver allertato la figlia di non rimanere in casa da sola con il padre e raccontava di un episodio simile accaduto tempo prima alla sua sua seconda figlia, ora ventottenne, precisando che in quell'occasione il marito le aveva promessa che non si sarebbero più verificati fatti analoghi".
Una promessa visti i consigli dati alla figlia a cui evidentemente non credeva troppo. E il sospetto terribile è che la madre sapesse delle violenze e non abbia denunciato fino a quando la vicenda non è uscita a scuola. Il giorno (il 7 dicembre) la donna si reca in commissariato per denunciare-querelare il marito. Con lei un'altra delle cinque figlie che, saputo del tema, raccoglie la confidenza della sorella che conferma quanto scritto a scuola.
Il suicidio del padre accusato di violenza dalla figlia
Domani si celebreranno i funerali dell'uomo accusato dalla 14enne. Una tragedia nella tragedia, per una vicenda che per la moglie "era ancora tutta da dimostrare". Lo stesso avvocato dell'uomo ha spiegato come respingesse con forza le accuse – ritenute credibili dalla procura – e che c'era "c'era tutta la volontà di collaborare con la magistratura e di dimostrare la sua innocenza". Domenico Di Tano ha raccontato di aver sentito il suo assistito pochi giorni prima che si togliesse la vita: "Avevamo parlato della eventuale nomina di un consulente di parte in vista dell'imminente incidente probatorio".