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Il senatore Gasparri contro il Cinema America: “La gratuità distrugge la produzione culturale”

Così il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “La gratuità distrugge la produzione culturale”. Nelle scorse ore è arrivata la risposta dei ragazzi del Cinema America, che spiegano come per ogni opera da proiettare bisogna pagare un costo alla casa di distribuzione e anche alla Siae.
A cura di Enrico Tata
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Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha affrontato il caso delle arene cinematografiche gratuite nel corso della presentazione di una rivista e ha dichiarato: "La gratuità distrugge la produzione culturale". Uno degli esperimenti più riusciti in questo senso a Roma è quello del Cinema America, i cui giovani animatori si sono sentiti chiamati in causa dalle parole del senatore forzista e hanno risposto: "Speravamo di poter avere un anno di tregua, invece la nostra sovversiva iniziativa estiva (la proiezione gratuita di opere di retrospettiva uscite dal circuito commerciale) ha nuovamente catalizzato a sé l'interesse di personalità di spicco del nostro panorama politico", si legge sulla pagina dell'associazione Piccolo CinemaAmerica su Facebook. I ragazzi rispondono che si, le proiezioni sono gratuite, ma per ogni opera c'è un costo da pagare alle case di distribuzione e anche alla Siae.  "Quindi, nessuna violazione ‘della proprieta' intellettuale', come denunciato dal nostro nuovo supporter. Anche perché altrimenti non si spiegherebbe lo straordinario sostegno degli autori alle nostre iniziative. La scorsa estate per proiettare ‘Sinfonia d'autunno' di Bergman, all'interno del cortile di una scuola e per soli cinquecento spettatori, abbiamo versato 1.000 euro + Iva. Si potrebbe semplificare dicendo che il Cinema America, grazie al sostegno dei suoi partner istituzionali e sponsor, paga il biglietto per il proprio pubblico", spiegano ancora i ragazzi del Cinema America.

I compensi, spiegano ancora, vengono pagati anche per film vecchi e fuori dal circuito commerciale. "Il tutto studiato nel totale rispetto delle attività a pagamento. Il nemico delle sale non siamo noi, che vogliamo riaprirle e lottiamo per farlo tra ricorsi e burocrazia, ma chi per quarant'anni dinanzi al totale declino degli incassi cinematografici non ha saputo immaginare altri scenari e rapporti con i territori in grado di rendere unica e insostituibile la visione collettiva sul grande schermo. Ma davvero qualcuno pensa che eliminare le arene gratuite, che proiettano vecchie opere e danno l'opportunità alle persone di rivederle o scoprire il cinema, riporterà la gente a frequentare le sale cinematografiche?".

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