“Il rapimento del figlio di Francesco Totti è una notizia infondata”, dicono i carabinieri
"Si precisa che nell’anno 2008 il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Roma ha svolto specifiche indagini finalizzate a verificare la fondatezza di notizie acquisite da persone dell’entourage di Francesco Totti, circa un presunto piano di sequestrarne i bambini con finalità estorsive. Le indagini, effettuate anche con mirate attività tecniche e perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura della Repubblica di Roma, dimostrarono l’infondatezza delle notizie in argomento". È con queste parole che il comando provinciale dei carabinieri smentisce le affermazioni di Luca Odevaine in merito al presunto rapimento del figlio di Francesco Totti. L’ex vice capo di gabinetto di Veltroni, coinvolto nel processo su Mafia Capitale, aveva affermato che alcuni vigili urbani avrebbero sorvegliato il figlio del numero dieci della Roma fuori dall’orario di lavoro e sarebbero stati pagati in nero dallo stesso Totti.
La storia di Odevaine: “Volevano rapire il figlio di Totti”
“Un giorno mi telefona Vito Scala, il preparatore atletico di Francesco Totti, insomma il suo braccio destro, e mi dice: ‘Luca, ti posso venire a parlare?'. Viene a parlarmi e mi dice che un tifoso ultrà della Roma, appena uscito dal carcere, era andato a dirgli che gli avevano offerto 50 mila euro per rapire il figlio di Francesco Totti”, racconta Odevaine ai pm (parole riportate su Il Tempo). “Chiesi a un alto ufficiale dell’Arma e un alto dirigente della Questura … che dopo un po’ mi confermarono che qualcosa c’era”, particolare questo che pare essere smentito dai carabinieri.
Odevaine a questo punto pensa di affidarsi ai Pics, gruppo di Pronto intervento centro storico, che dipendono dal Gabinetto del sindaco. “Il capo Gabinetto ne aveva la disponibilità senza dover necessariamente passare per il comandante del corpo e quindi io lo ereditai questo gruppo quando presi quella funzione. Erano circa una ventina di persone che facevano in parte la scorta al sindaco”. Odevaine racconta quindi al pm Paolo Ielo che era lui stesso a fare da intermediario per i pagamenti, in nero, ai vigili per sorvegliare il figlio di Totti.