Il poliziotto di Spinaceto tra i primi contagi nel Lazio: “Guarito dopo 50 giorni”
"Mi sento un miracolato ad esserne uscito vivo, non so come sdebitarmi con i medici" sono le parole di Roberto, il poliziotto di Pomezia che presta servizio al Commissariato di Spinaceto, uno dei primi casi accertati di coronavirus nel Lazio e ieri dichiarato clinicamente guarito. L'agente ha vissuto un calvario di ben cinquanta giorni, ricoverato all'ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, dopo aver manifestato a fine febbraio scorso i sintomi della malattia, con febbre alta e difficoltà a respirare. Secondo le informazioni apprese, ha contratto il virus da una persona riconducibile alla zona rossa della Lombardia. In un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il poliziotto ha raccontato la sua esperienza, ringraziando gli operatori sanitari per essergli rimasti accanto: "Questo virus ti devasta, non riesci a respirare, è come stare sott'acqua – ha spiegato – ma non mi sono sentito abbandonato, perché medici e infermieri hanno combattuto insieme a me".
Il poliziotto di Spinaceto si era ammalato a febbraio
Roberto ora sta bene e presto tornerà a casa, per riabbracciare la sua famiglia. Le sue condizioni di salute si sono preogressivamente aggravate, fino a richiedere il ricovero in terapia intensiva e l'aiuto di una macchna che respirasse al posto suo. Insieme a lui a rimanere contagiati anche la moglie e i suoi due figli, che hanno trascorso la malattia in quarantena a casa, fortunatamente senza particolari complicazioni, ad oggi completamente guariti. Poche settimane fa Roberto è stato estubato e, uscito dalla terapia intensiva, ha intrapreso un lungo periodo di riabilitazione, non ancora concluso, per riprendere padronanza del suo corpo e dei suoi movimenti, dopo un lungo periodo di immobilità.