Il pm chiede 4 anni di carcere per i carabinieri di Casal Bertone: “Hanno pestato uno spacciatore”
Pene tra i tre e i quattro anni di carcere: queste le richieste del Pubblico ministero Giovanni Bertolini per quattro carabinieri della Caserma di Casal Bertone, accusati di aver picchiato nel 2015 uno spacciatore in un bar di Tor Pignattara. Non solo: per il pm, oltre ad aver pestato il pusher, avrebbero anche falsificato il verbale di fermo: nel documento, infatti, hanno scritto che Sylla Mohammed Said (questo il nome dello spacciatore) era caduto sbattendo la testa su una macchina cambiamonete. Nel verbale, però, manca un altro particolare: ossia quello del fermo dell'altro pusher in compagnia di Said, Mohamed Traoré, che dall'atto non risulta. Come riportato da Il Corriere della Sera, le accuse nei confronti dei quattro carabinieri sono di lesioni, sequestro di persona e abuso. Per due di loro sono stati chiesti quattro anni e un mese, mentre per i loro colleghi sono stati chiesti tre anni. Chiesti due anni anche per uno dei due pusher coinvolti nella vicenda.
Carabinieri accusati di aver picchiato un pusher: la dinamica dei fatti
Testimone chiave del processo è Mohamed Traoré, lo spacciatore che era in compagnia di Sylla Muhamed Said, il pusher che sarebbe stato picchiato dagli agenti nel bar di Tor Pignattara. Ed è proprio Traoré che avrebbe visto tutta la scena e che non sarebbe menzionato dai carabinieri nel verbale di arresto. La vicenda risale al 2015: intorno alle 20.30 di sera, i quattro carabinieri hanno fatto irruzione in un bar di Tor Pignattara, sapendo che Sylla e Traoré erano all'interno con la droga. E per far sputare la droga a Sylla, gli avrebbero aperto la bocca di forza prendendolo a calci e pugni e rompendogli la mascella. Accuseranno poi il pusher di spaccio, resistenza e lesioni, reato per cui è stato poi condannato a un anno e sei mesi di reclusione nonostante il suo avvocato aveva chiesto la rimozione dei due ultimi capi d'accusa. Per Sylla, dopo quella sera, si era reso necessario il ricovero in ospedale e un intervento chirurgico per sistemare il volto sfigurato.