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Il paradosso Sogesid: chi lavora alla tutela di ambiente e territorio rischia di perdere il lavoro

Nuovo sciopero dei circa 500 lavoratori della società pubblica che vedono il loro futuro a rischio. Sono ingegneri, biologi, naturalisti, geologi, giuristi, economisti, tecnici che si occupano di salvaguardia ambientale e del territorio i cui saperi e competenze nella macchina rischiano di andare dispersi proprio quando i cambiamenti climatici pongono nuove sfide all’Italia.
A cura di Redazione Roma
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Sono mesi difficili per i circa 500 dipendenti di Sogesid. Sono ingegneri, biologi, naturalisti, geologi, giuristi, economisti, che in alcuni casi da decenni lavorano per una società 100% pubblica di proprietà del Mef, nata per sopperire in house alle necessità del ministero dell'Ambiente in assenza di bandi e concorsi. Uomini e donne la cui esperienza e i cui saperi, in un'epoca in cui la prevenzione dei cambiamenti climatici e la salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, sarebbe inconcepibile disperdere. In più mettiamoci che dopo anni di precarietà nel 2015 molti di questi si sono visti stabilizzare il rapporto di lavoro, arrivando finalmente a una serenità oggi nuovamente messa in discussione: da qua al 2024 la società sarà progressivamente smantellata, mentre le funzioni svolte dal personale Sogesid presso il ministero dell'Ambiente saranno progressivamente sostituite da personale assunto con un nuovo concorso (di cui al momento non c'è traccia) come stabilito dall'ultima legge di Stabilità.

Così, non riuscendo con i precedenti scioperi e mobilitazioni ad aver risposte concrete dal ministro dell'Ambiente Costa, oggi i lavoratori Sogesid hanno nuovamente scioperato e sono andati a bussare al portone del MEF in via XX Settembre a Roma per chiedere conto del loro futuro e la salvaguardia dei livelli occupazionali. La mobilitazione è stata promossa da Cgil, Cisl e Clap. "Un Successo lo sciopero e della mobilitazione unitaria promossa dalle Rsu, su mandato di folte e determinate assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori. – spiega Francesco Raparelli coordinatore delle Clap – Il quinto sciopero, dallo scorso ottobre. Il combattivo presidio sotto il MEF di questa mattina, durato oltre tre ore, ha ottenuto che una delegazione fosse incontrata dal Vicecapo di Gabinetto del Ministro. Incontro interlocutorio, ma positivo. I rappresentanti dei lavoratori hanno avuto modo di illustrare al meglio la crisi occupazionale imminente, chiedendo una forte assunzione di responsabilità da parte del MEF, proprietario al 100% della Società, una vera inversione di tendenza rispetto alla Legge di Bilancio dello scorso anno, la costituzione dunque di un tavolo interministeriale che risolva una volta per tutte i problemi sul piatto".

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