Il papà di Manuel Bortuzzo: “Sognavo mio figlio alle Olimpiadi, ha una forza che pochi hanno”
Manuel Bortuzzo sta meglio ed è stato trasferito dall'ospedale San Camillo alla Fondazione Santa Lucia, clinica riabilitativa a Roma. A dirlo è il papà del nuotatore 19enne, intervenuto nel corso della trasmissione di Massimo Gramellini "Le parole della settimana" in onda su Rai 3. "Il ragazzo sta bene, ha ripreso tutte le sue funzioni, ovviamente quelle superiori. Ha finito il suo percorso in terapia intensiva, fra due tre giorni sarà trasferito in unità spinale con i migliori medici per tutto quello che necessità di fare", ha detto papà Franco. È stato lui, ha raccontato, ad aver detto al figlio che non avrebbe più camminato: "È stato un momento difficile, ma ho pensato di farlo io personalmente, in quanto i medici giustamente hanno un loro modo di esprimersi abbastanza severo, duro, e un po' d'amore ci sta in questo momento. È giusto che un padre dica a suo figlio le condizioni come sono". Sogna ancora?, gli ha chiesto lo psichiatra Vittorino Andreoli, presente anche lui in trasmissione: "Io personalmente sogno, sono sempre stato un grande sognatore e continuerò a farlo fino a che avrò forza di farlo". E in quanto ai sogni per il figlio: "Le olimpiadi sono un obiettivo molto alto, bisognava lavorare tanto, bisognava mettersi in gioco. Però il ragazzo ha una forza che pochi giovani hanno dentro".
La lettera del professor Andreoli: "Grazie Manuel per quello che mi hai insegnato"
Proprio Andreoli aveva scritto una lettera per Manuel: "Volevo dirti Manuel che stai facendoci capire il vero significato della vita, che la vita è passione, che è sempre una grande cosa e ci fai anche capire che vivere la vita ciascuno di noi è possibile solo se la si esprime negli altri e persino serve a dare vita agli altri. Stai anche, senza volerlo, dimostrando cos'è la passione, qualcosa che nasce dentro di noi e che non tiene conto di nulla se non del desiderio di fare qualcosa di significativo, che possa esprimere l'esperienza, la vita. Penso al dramma di tanti adolescenti di fronte a un brufolo sul viso e forse ora, conoscendoti, imparano che l'uomo è fatto di corpo, ma anche di mente, di significato che ha per gli altri. Questo ho imparato da te. Sono un vecchio psichiatra e ti ringrazio per questo, e ho pensato che qualche volta ai miei pazienti farò il tuo nome, Manuel".