Il modello Lazio funziona: il dialogo Pd-M5s sul programma è possibile
Nonostante non abbia la maggioranza in consiglio, il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti sembra al momento non essere troppo preoccupato per le sorti della sua seconda legislatura. Anche senza l'ampia maggioranza del primo mandato, Zingaretti e la coalizione di centrosinistra che lo ha sostenuto, al momento non sembrano essere troppo impensieriti dall'azione dell'opposizione. Certo, ad ogni provvedimento e commissione dovranno strappare mediazioni e accordi, presidiare ogni consiglio regionale e riunione, ma contano di riuscire di volta in volta a costruire convergenze senza accordi organici di governo. E chissà se giorno dopo giorno qualcuno non decida di passare armi e bagagli in maggioranza.
Le opposizioni alla Regione Lazio appaiono infatti più divise che mai. Nel centrodestra il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, ritenuto responsabile della sconfitta per la sua scelta di andare da solo, è per questo tenuto ai margini dalle forze. Ma anche la coalizione che ha sostenuto Stefano Parisi appare tutt'alto che omogenea: da una parte c'è la linea intransigente dei consiglieri di Fratelli d'Italia, che hanno spinto per andare da subito all'attacco con una mozione di sfiducia al presidente Zingaretti su cui far convergere tutti i partiti di opposizione, che si scontra con quella più morbida del gruppo di Forza Italia più possibilista nel dialogo con la maggioranza.
Ma a fare davvero la differenza potrebbe essere il Movimento 5 stelle. Roberta Lombardi, arrivata solo terza nella sfida elettorale, ha cambiato decisamente il tono dell'opposizione pentastellata a Zingaretti, segnata da una grande intransigenza e aggressività negli scorsi cinque anni. La ‘Faraona' tiene in riga la truppa dei suoi dieci consiglieri, pur con qualche scontento tra i veterani alla Pisana come Valentina Faraone, Davide Barillari e Devid Porrello, e ha mandato segnali inequivocabili di voler trattare sui singoli temi di programma a cominciare da rifiuti e sanità, i due dossier più importanti per competenze e portafoglio della Regione Lazio. Una circostanza fondamentale per il futuro della giunta Zingaretti. Lombardi non sta di certo rinunciando a fare opposizione, ma all'ostruzionismo sta al momento preferendo la convergenza pragmatica per poter rivendicare per sé e per il M5s qualche successo.
Chissà se quello che sta accadendo alla Regione Lazio è nei pensieri di Roberto Fico, il presidente della Camera che proprio oggi si è visto consegnare il mandato esplorativo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La coesistenza e la collaborazione tra M5s e Partito democratico è possibile: questa la strada in controtendenza che ancora una volta sembra arrivare dall'esperienza di governo di Nicola Zingaretti, quel "modello Lazio" che in molti vorrebbero esportare a livello nazionale.