"Siamo ad Ostia per l'abbattimento del primo stabilimento abusivo. La ruspa è in azione. Abbiamo già avviato la l'attività per l'abbattimento dei chioschi abusivi e oggi arriva a conclusione l'iter iniziato due anni e mezzo fa. È un momento storico, iniziamo l'abbattimento del ‘lungomuro'. I cittadini potranno tornare a vedere il mare, a scendere in spiaggia". È l'11 dicembre del 2018 e a parlare è la sindaca di Roma Virginia Raggi. Ad oggi però quel lungomuro è ancora al suo posto, i cittadini vivono delle spiagge libere che dopo l'abbattimento dei chioschi e la loro mancata sostituzione sono prive di servizi e abbandonate, mentre gli interessi dei balneari governano ancora nei fatti Ostia.
Il mare dei romani continua ad essere sotto sequestro. Uno scandalo a cui il Movimento 5 stelle aveva promesso di mettere fine, facendo finalmente rispettare le regole, ma così non è stato. "Onestà, onestà" gridavano i cittadini che acclamavano la futura sindaca che proprio sul litorale chiudeva la sua trionfale campagna elettorale. Ad oggi però a dover rispettare le regole sono stati solo i gestori dei chioschi: una politica draconiana che dopo gli abbattimenti ha lasciato indietro solo (letteralmente) macerie. La smania di azionare la ruspa senza nessun progetto per il futuro di questo territorio così particolare, allo stesso tempo una città sé e periferia di Roma, sta contribuendo al declino di Ostia, ma soprattutto lascia campo libero ai balneari per continuare a fare il bello e il cattivo tempo.
Ombrelloni piantati fino alla battigia, accesso al mare negato, addirittura (come le telecamere di Fanpage.it hanno documentato) c'è chi a chiuso i varchi al mare che erano stati aperti sotto l'amministrazione di Ignazio Marino. Il lungomuro, manco a dirlo, è sempre al suo posto, un vero e proprio monumento che dimostra l'arroganza di chi, da queste parti, è abituato a comportarsi da padrone. Rispetto delle regole e un nuovo progetto per il territorio del litorale: solo facendo insieme entrambe le cose Roma potrà tornare a guardare il mare.