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Il M5s vuole proprio chiudere la Casa Internazionale delle Donne e boccia la mozione per salvarla

Sembra che il Comune di Roma non abbia la minima intenzione di salvare la Casa Internazionale delle Donne. Un luogo che, da oltre trent’anni, ha aiutato più di 500mila donne a uscire da situazioni di violenza e che è diventata un punto fermo per le vittime di abusi. Ma anche stavolta il Campidoglio ha bocciato una mozione a suo favore.
A cura di Natascia Grbic
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Il Movimento 5 stelle ha bocciato la mozione 189/2018 presentata delle donne del centro sinistra che chiedeva alla sindaca Virginia Raggi di rinnovare la concessione di utilizzo alla Casa Internazionale delle Donne. 24 i voti contrari alla mozione: per i pentastellati al Campidoglio, il rifugio per le donne vittime di violenza non può continuare a utilizzare i locali dell'ex Convento del Buon Pastore. È da luglio scorso che la sindaca Raggi e l'amministrazione sono irremovibili e non vogliono cedere sulla "revoca immediata della concessione". Nonostante gli appelli, le manifestazioni e i continui tentativi di interlocuzione, la Casa Internazionale delle Donne, attiva a Roma da più di trent'anni, è da quasi un anno sotto sfratto. "Noi abbiamo voluto fortemente e vogliamo fortemente che questa amministrazione continui il dialogo con la Casa e tutte le donne della città affinché quel luogo continui ad agire e svolgere l'utile servizio che dà a Roma – ha detto Giulia Tempesta, consigliera dem e firmataria della mozione – Sappiamo che ci sono stati degli atti da parte dell'amministrazione e che c'è stato un dialogo con la Casa. Non sappiamo però questo dialogo se e come stia proseguendo. L'approvazione di questa mozione poteva essere un'occasione utile per fare in modo che questi rapporti proseguano proficuamente".

La chiusura della Casa Internazionale delle Donne

La Casa Internazionale delle Donne è attiva a Roma da più di trent'anni. Al suo interno ospita più di trenta associazioni, e in tutto questo tempo ha aiutato più di 500mila donne a uscire da situazioni di violenza. Si tratta di una struttura autofinanziata e senza scopo di lucro: già da tempo le donne che operano all'interno della struttura avevano chiesto degli incontri al fine di rivedere il canone d'affitto, molto oneroso per le loro possibilità: ma le trattative non avevano avuto esito positivo. Per questo lo scorso anno, l'ex presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito aveva presentato una mozione accompagnata da una relazione redatta dalla consigliera Gemma Guerrini, che bollava l'esperienza della Casa Internazionale delle Donne come "fallimentare". Subito era esplosa la protesta in aula, tanto che De Vito aveva dovuto sospendere la seduta del consiglio per i disordini. Da quel momento, la Casa ha raccolto moltissime manifestazioni di solidarietà da parte della cittadinanza, del mondo della cultura e della politica. E sta cercando di raccogliere il denaro necessario per fare una proposta al Comune di Roma e chiudere così il contenzioso che dura da quasi un anno.

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